24/12/2017

Cronaca

Ivrea, gli auguri del vescovo Cerrato: “Il Natale, occasione per comunicare la gioia del Vangelo”

Ivrea

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“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe dalla città di Nazaret salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo». A partire da questo fatto accaduto nella storia, i secoli si distinguono in “avanti Cristo” e “dopo Cristo” e gli uomini in chi crede o no che quel Bimbo, nato a Betlemme, è il Salvatore del mondo. Egli dirà: “Io sono la via, la verità e la vita… Io sono la luce del mondo… Io sono il pane vivo disceso dal cielo; chi mangia me vive per me, e non muore… Passeranno i cieli e la terra ma non passeranno mai le mie parole…”. Ci fu chi lo considerò un pazzo; chi lo guardò con curiosità, ma se ne andò per le faccende sue; e chi lo seguì accogliendo da lui la risposta alle domande più profonde, alle contraddizioni, i problemi, le speranze, il desiderio di felicità che l’uomo porta in sé.

La scelta si pone in tutte le epoche. Credere in Gesù Cristo è diventare creature nuove: “A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia su grazia. Dio nessuno l’ha mai visto: il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato”. Credere in Gesù Cristo è vivere con lui, per lui, in lui: “Rimanete in me e io in voi. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca… Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore… Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena… Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Credere in Gesù Cristo è testimoniare che la felicità è possibile, ma è quella che lui propone: “Beati (felici!) i poveri in spirito” che mettono Dio al primo posto e alla base di tutto e non ritengono di essere i padroni della vita: né al suo inizio, né alla sua fine, né lungo il suo corso; “i puri di cuore”, che guardano se stessi alla luce di Dio, riconoscono i propri peccati, ne chiedono perdono e si impegnano a cambiare strada; “gli operatori di pace”, che compiono le opere della pace assumendone anche lo stile; “i misericordiosi” che amano donando se stessi con la generosità di chi non pone barriere; “i perseguitati” per la fedeltà all’unico Signore presente e vivo nella sua Chiesa, che egli ha costituito come continuazione della sua opera salvatrice. Credere in Gesù Cristo è “camminare – dice Papa Francesco – sulla strada attraverso la quale arriva a noi la grande tradizione della fede, sulla quale ha camminato una moltitudine di testimoni che da duemila anni rinnovano l’annuncio dell’avvenimento del Dio-con-noi… senza lasciarsi spaventare da fatiche e sofferenze, che fanno parte del cammino. Solo riguadagnando il vero, il bello e il buono che i nostri padri ci hanno consegnato, potremo vivere come un’opportunità il cambiamento d’epoca in cui siamo immersi, come occasione per comunicare agli uomini la gioia del Vangelo”. Buon Natale, amici! “
Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea

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