
11/04/2025
Cronaca
In vigore il codice Ateco per prostitute ed escort: un business da 4,7 miliardi. Tutte le novità
Canavese
/In vigore il codice Ateco per prostitute ed escort: un business da 4,7 miliardi. Tutte le novità
Con l’entrata in vigore della nuova classificazione Ateco 2025, anche il settore sommerso della prostituzione e delle attività di accompagnamento fa il suo ingresso ufficiale nel sistema fiscale italiano. La nuova codifica, elaborata dall’Istat in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e le Camere di commercio, introduce un codice specifico: il 96.99.92, denominato “servizi di incontro ed eventi simili”, che mira a offrire un inquadramento statistico e fiscale a un insieme di attività finora difficilmente categorizzabili.
Il nuovo codice Ateco rientra nella Divisione 96, dedicata ai servizi alla persona, e si ispira all’aggiornamento europeo NACE Rev. 2.1. Comprende attività come quelle svolte da escort, accompagnatori e accompagnatrici, agenzie matrimoniali, eventi di speed dating e organizzazione di incontri, compresa – nei limiti della legalità – la fornitura di servizi erotici non penalmente rilevanti. Come chiarito dall’Istat, l’introduzione del codice non implica in alcun modo una legalizzazione della prostituzione in Italia, bensì risponde a esigenze di armonizzazione statistica con gli altri Stati membri dell’Unione Europea.
Secondo la normativa vigente, resta fermo il divieto assoluto di esercizio e intermediazione nei casi di sfruttamento, induzione o favoreggiamento della prostituzione, tutti reati previsti e sanzionati dal codice penale. Tuttavia, l’esistenza del nuovo codice apre la possibilità, per chi svolge liberamente e volontariamente un’attività riconducibile all’accompagnamento o ai servizi erotici, di aprire una partita Iva, regolarizzare i propri introiti e versare le imposte previste.
La giurisprudenza, in particolare la sentenza 15596/2016 della Corte di Cassazione, ha già stabilito che i proventi derivanti da attività di prostituzione esercitata in modo autonomo e continuativo devono essere assimilati ai redditi da lavoro autonomo. In caso di attività saltuaria, invece, si parla di redditi diversi. Anche precedenti pronunce, come quella del 2011, hanno ribadito che il reddito derivante dal meretricio è soggetto a tassazione, indipendentemente dal giudizio morale o sociale che si possa attribuire a tale attività.
In pratica, chi opera nel settore senza vincoli di coercizione, in autonomia e senza intermediari, potrà essere chiamato a versare Irpef, Iva e contributi previdenziali, oltre a presentare la dichiarazione dei redditi. Un passaggio che, pur non privo di ambiguità normative e sociali, segna una svolta significativa: per la prima volta, l’attività di escorting e accompagnamento trova uno spazio riconosciuto – seppur solo a livello fiscale e statistico – nel quadro delle professioni regolamentate. Restano fuori dalla regolarizzazione, e quindi soggetti a sanzioni e confisca, tutti i redditi derivanti da attività illegali o condotte in violazione delle norme penali.
Un cambiamento che apre interrogativi giuridici, sociali e culturali, ma che al tempo stesso mira a sottrarre parte dell’economia sommersa alla totale invisibilità, ponendo le basi per una maggiore trasparenza, almeno sotto il profilo tributario.
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