Nonostante tra i circa sessanta dipendenti lo spettro della chiusura fosse nell’aria da tempo, l’annuncio è arrivato in maniera improvvisa nel corso di un’assemblea convocata nel pomeriggio di ieri: Core Informatica avvia la procedura di chiusura. Un’altra realtà imprenditoriale si appresta quindi a spegnere le luci a Ivrea, dove operano una quindicina dei lavoratori coinvolti. L’altra sede dell’azienda si trova a Pont-Saint-Martin, in Valle d’Aosta.
Il clima tra i lavoratori è di forte disagio, alimentato da anni di incertezze e segnali preoccupanti. Dal 2018, anno dell’acquisizione da parte del gruppo Netcom, le aspettative di rilancio si sono via via spente, lasciando spazio a una lenta agonia fatta di stipendi erogati a singhiozzo, anticipi parziali delle mensilità e acconti sulle tredicesime. L’assemblea ha confermato quello che in molti temevano: entro una settimana l’azienda porterà i libri contabili in Tribunale, avviando il percorso verso la liquidazione giudiziaria.
Per i lavoratori il futuro appare quanto mai incerto. Le opzioni si riducono alla ricerca di nuove offerte lavorative o al ricorso agli ammortizzatori sociali, con la Naspi come unica ancora di salvezza. Nel frattempo, restano in sospeso parte dello stipendio di aprile, l’intero mese di maggio e altri arretrati. Nessun segnale sul fronte del welfare aziendale, con i buoni pasto attualmente bloccati.
I sindacati – Fim Cisl, Fiom Cgil Valle d’Aosta e Uilm Uil Canavese – hanno informato i dipendenti della gravità della situazione, assicurando che verranno messi in campo tutti gli strumenti disponibili per tutelare ciò che è ancora recuperabile, dagli stipendi al trattamento di fine rapporto. Tuttavia, anche sul fronte delle tempistiche, non sono attese risposte rapide.
La vicenda di Core Informatica si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà per il tessuto industriale locale, già provato da anni di crisi e ristrutturazioni. Per Ivrea, un altro duro colpo al patrimonio produttivo del territorio.