Crisi del lavoro: il momento per le imprese è delicato ma Confindustria Canavese è ottimista

06/05/2022

Sono stati presentati giovedì 5 maggio i dati relativi all’andamento del lavoro e delle imprese elaborati da Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di commercio di Torino e Confindustria Canavese con l’obiettivo di fornire una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sull’andamento del lavoro nel territorio del Canavese. La lettura complessiva dei dati elaborati dagli enti che hanno partecipato all’analisi denota un clima mediamente di prudenza con la presenza di alcuni indicatori che sembrano rafforzarsi e che permettono di guardare al futuro con misurato ottimismo.

“L’industria europea e italiana sta attraversando una fase particolarmente delicata; gli indicatori congiunturali nazionali a marzo hanno confermato il netto indebolimento della nostra economia, il conflitto in Ucraina ha amplificato i rincari di energia e di altre commodity, ha accresciuto la scarsità di materiali, l’incertezza e, più in generale, ha accentuato l’incidenza dei fattori che ostacolavano l’attività economica e produttiva italiana, già prima della guerra – dichiara Cristina Ghiringhello, direttore di Confindustria Canavese -. Nonostante le tante criticità in atto, in Canavese si respira un clima di misurato ottimismo, segno che le imprese canavesane sono fortemente determinate a lasciare alle proprie spalle la drammatica fase economica che ha caratterizzato gli ultimi due anni. I dati relativi al nostro territorio per l’anno 2021 sono stati indubbiamente positivi e quelli per i prossimi mesi presentano alcuni segnali incoraggianti, segno che ancora una volta le imprese canavesane stanno dando prova di grande carattere e di forza di volontà, a partire dalla scelta di continuare a investire”.

“Nel Canavese contiamo oltre 33mila sedi di impresa, in leggero aumento nell’ultimo anno, ma in contrazione se si guarda complessivamente all’ultimo decennio – Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – La crescita ha riguardato soprattutto i servizi prevalentemente orientati alle imprese e le costruzioni, a fronte di un arretramento dell’industria manifatturiera. Le maggiori opportunità di lavoro sono comunque sempre create dalle imprese, con quasi il 75% dei rapporti di lavoro attivati”.

“La capacità analitica che ha sviluppato negli anni Agenzia Piemonte Lavoro ci permette di fotografare con grande precisione i fabbisogni territoriali che caratterizzano i singoli bacini piemontesi: la possibilità, poi, di incrociare le nostre banche dati con quelle di Camera di commercio, conferisce ulteriore precisione alle analisi e avvalora la possibilità di interpretare correttamente le necessità delle singole realtà, come nel caso del Canavese”, commenta Federica Deyme, direttrice Agenzia Piemonte Lavoro.

GLI INDICATORI SOCIO ECONOMICI DEL CANAVESE

Il sistema imprenditoriale

L’area oggetto di analisi della presentazione è il territorio composto dai 158 comuni di riferimento per Confindustria canavese e che corrisponde a una definizione, in senso estensivo, del Canavese e riconducibile a 5 delle 11 Zone Omogenee della Città metropolitana di Torino (Eporediese, Canavese occidentale, Ciriacese, Chivassese, AMT Nord).
Sul territorio del Canavese risiedono 364.012 abitanti, che rappresentano il 16,4% della popolazione della Città metropolitana di Torino. Il 6,7% della popolazione del territorio è di origine straniera.

Secondo i dati della Camera di commercio di Torino, sul territorio del Canavese sono insediate 33.032 sedi d’impresa (il 14,8% del torinese), alle quali si aggiungono 7.936 unità locali (il 15,4%). La struttura imprenditoriale è costituita essenzialmente da microimprese che rappresentano il 95,9% del totale, seguite dalle piccole, il 3,5%, e dalle medie e grandi, lo 0,6%. Gli addetti complessivi riferibili a tutte le localizzazioni d’impresa (comprese le unità locali situate in altre province e regioni italiane) sono poco più di 111.000.

Dopo anni di contrazione, nel corso dell’ultimo anno le sedi d’impresa sono aumentate del +0,9% mentre, se consideriamo l’ultimo decennio, la variazione di stock registrata è pari al -8,9%. Nel 2021, crescono anche le unità locali (+1,0%), in particolar modo quelle con sede fuori provincia, per le quali si rileva un +3,1%.
L’andamento dei flussi di iscrizioni e cessazioni d’impresa è stato caratterizzato da un aumento delle nuove iscrizioni (1.908 rispetto alle 1.568 del 2020) e un contestuale calo delle cessazioni (passate da 1.828 a 1.563).

La dinamica appena descritta si riflette sui tassi di natalità e mortalità, rispettivamente pari al 5,83% e al 4,77%, restituendo, dopo dieci anni, un tasso di crescita di segno positivo (+1,05%).

Prendendo in esame i primi dieci comuni del Canavese per presenza di sedi d’impresa (dove si concentrano il 43% delle imprese totali), si evidenzia come nel 2021 tutti i tassi di crescita siano positivi, con risultati migliori per Ciriè e Caluso.

Un’analisi delle imprese del territorio per forma giuridica rivela una presenza predominante di imprese individuali (il 64,3% rispetto al 53,4% della CMTO), seguite dalle società di persone (il 19,9% a fronte del 22,6% torinese), mentre le società di capitale sono ancora poco consistenti (l’13,9% contro il 21,9% provinciale). Tuttavia, sono proprio le società di capitale a registrare il miglior tasso di crescita rispetto al 2020: +2,9%, a fronte del +1,3% delle imprese individuali e del -1,1% delle società di persone.

La fotografia per attività economiche mostra come sia il commercio (il 22,6%) il settore dominante seguito dai servizi prevalentemente orientati alle imprese (il 18,3%) e si evidenzia, rispetto al dato provinciale, una maggiore incidenza delle costruzioni (il 18,2% a fronte del 15,3% della CMTO), dell’agricoltura (il 12,6% contro il 5,3%), e dell’industria (l’11,5% verso il 9,1%). E’ l’industria manifatturiera a registrare, nel 2021, una variazione di stock negativa (-1,1%), accompagnato dalla lieve diminuzione dei servizi di alloggio e ristorazione (-0,5%); in aumento tutti gli altri comparti, in particolare i servizi prevalentemente orientati alle imprese (+2,5%) e l’edilizia (+2,3%), che ha goduto nell’anno dei bonus governativi.

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