03/09/2022

Economia

Confindustria Canavese, “Il caro-energia nuovo Covid: senza misure urgenti si rischia il blocco totale”

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“E’ un nuovo Covid: se non verranno prese immediatamente misure rischiamo di fermarci tutti”. Con questa dichiarazione Patrizia Paglia, Presidente di Confindustria Canavese, commenta la drammatica situazione in cui versano le imprese a causa dei rincari energetici che hanno ormai raggiunto livelli troppo elevati. “Credo che il “sistema Europa” non si stia rendendo conto della gravità della situazione. Abbiamo poche settimane di sopravvivenza a queste condizioni. Confindustria Canavese lancia pertanto un appello alle istituzioni perché si trovi a breve una via per calmierare i prezzi: in caso contrario intere filiere rischiano la paralisi totale. In particolare, i settori altamente energivori del territorio, quindi molto più fragili di altri, saranno i primi a subire le gravi conseguenze dell’immobilismo delle istituzioni su tale problematica”, precisa Patrizia Paglia.

Le imprese, infatti, affrontano ormai da mesi extra-costi dovuti al caro-energia. Una situazione ogni giorno sempre più insostenibile e che, in caso di mancanza di tempestivi interventi specifici, rischia di precipitare drasticamente andando a intaccare la tenuta delle aziende e la capacità delle stesse di garantire posti di lavoro, provocando così una ricaduta devastante non soltanto sulla nostra economia, ma anche sulla società.

Secondo un’analisi di Confindustria i rincari hanno toccato in maniera trasversale diverse commodity, non solo tra materie prime (minerali, energetiche, vegetali) ma anche semi-lavorati (tra gli alimentari, le fibre tessili, le materie plastiche, tra gli altri) e hanno in alcuni casi raggiunto rialzi a doppia cifra già da fine 2021. Il protagonista assoluto di questa fiammata nei prezzi delle commodity è stato il gas naturale, il cui prezzo ad agosto di quest’anno ha raggiunto livelli vicini ai 300 euro a megawattora, dieci volte tanto quanto era quotato all’inizio del 2021. Anche i prezzi di petrolio e carbone hanno subito impennate notevoli, sebbene con aumenti decisamente più contenuti di quelli del gas.

In linea con quanto dichiarato la scorsa settimana dai presidenti delle Confindustrie di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto anche per Confindustria Canavese è necessario definire, fin da subito, una programmazione energetica nazionale con interventi e investimenti a medio-lungo termine in grado di assicurare la sicurezza e la sostenibilità della produzione energetica e delle forniture di gas, e risulta urgente mettere in atto una serie di fondamentali misure necessarie per calmierare i prezzi del gas e dell’energia elettrica.

Dai dati relativi agli incrementi dei costi energetici dal 2019 al 2022 nelle quattro regioni più importanti per il tessuto industriale italiano elaborati dalle quattro Confindustrie emerge che, mentre nel 2019 il totale dei costi di elettricità e gas sostenuti dal settore industriale ammontava a circa 4,5 miliardi di Euro, nel 2022 gli extra-costi raggiungeranno – nell’ipotesi più ottimistica rispetto all’andamento del prezzo – una quota pari a circa 36 miliardi di euro che potrebbe essere addirittura superiore ai 41 miliardi nello scenario di prezzo peggiore. È quindi chiaro che senza interventi immediati imprese e famiglie andranno incontro a una vera e propria catastrofe. Interventi assolutamente indispensabili nel nostro Paese soprattutto perché, secondo quanto stimato dal Centro Studi Confindustria, l’Italia sembra essere il paese dove la crisi energetica rischia di produrre i maggiori danni, in confronto a Francia e Germania, ampliandone conseguentemente il divario di competitività.

In Canavese gli aumenti esponenziali di questi mesi stanno avendo un impatto drammatico in particolare sulle imprese manifatturiere energivore; tuttavia, anche tutti gli altri settori produttivi sono coinvolti e si trovano a dover combattere, chi più chi meno, per la propria esistenza. “A partire dallo scorso anno i prezzi delle commodity energetiche sono cresciuti progressivamente, raggiungendo livelli critici già a dicembre 2021 e subendo ulteriori rialzi a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina”, spiega Alberto Ceresa, presidente del Gruppo GAM. “Questi incrementi, che si aggiungono a quelli delle materie prime, creano un enorme aumento dei costi mettendo in pericolo la continuità produttiva e occupazionale delle nostre aziende con conseguenze oggi non facilmente quantificabili. Le imprese corrono ogni giorno il rischio di arrecare danni ingenti ai propri bilanci o, ancora peggio, soprattutto dove l’incidenza dei costi energivori rispetto al fatturato è passata dal 20-25% a quasi il 90%, rischiano di chiudere”.

La crisi energetica sta mettendo in ginocchio in particolare il settore del turismo, un comparto relativamente nuovo in Canavese e pertanto in piena fase di sviluppo. “E’ necessaria un’azione rapida e concordata a livello europeo per far fronte ai costi di energia elettrica e gas e garantire così la continuità nei prossimi mesi: soltanto in questo modo le nostre imprese potranno sperare di superare questa fase estremamente critica. Il settore ha già dovuto affrontare due anni di pandemia che hanno comportato un fermo quasi totale: con il rincaro dell’energia oggi le aziende del comparto rischiano di essere completamente e definitivamente schiacciate”, dichiara Gaetano di Tondo, presidente del Gruppo Turismo Cultura e Sport.

“Per le aziende del settore ICT il caro energia riguarda principalmente la parte elettrica, che serve ad alimentare le macchine dedicate allo sviluppo dei progetti digitali e alla erogazione di servizi. Anche per le nostre imprese l’aumento del costo elettrico sta causando una riduzione dei margini, essendo il mercato principalmente rivolto a clienti business di grandi dimensioni che non accettano aumenti di prezzi, ma i problemi maggiori potranno manifestarsi sui provider di servizi cloud, dove l’incidenza percentuale della elettricità sui costi generali è molto alta. A livello europeo si sta esaminando l’opzione di uno sganciamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas, per cui auspichiamo che si proceda speditamente in tale direzione”, afferma Paolo Conta, presidente del Gruppo ICT.

“Non possiamo più permetterci di perdere tempo. La speranza, perciò, è che non si faccia ulteriormente attendere l’introduzione di valide misure per contrastare questa emergenza nazionale che non ha precedenti. Soltanto così si potrà salvaguardare la sopravvivenza del nostro sistema economico e sociale”, conclude Patrizia Paglia.

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