Il settore dell’automotive italiano sta attraversando una delle crisi più profonde degli ultimi decenni. I dati diffusi da ANFIA nel corso della presentazione al MAUTO di Torino delineano un 2024 da dimenticare per l’intera filiera: i ricavi complessivi hanno registrato un calo del -6,0%, con contrazioni generalizzate in quasi tutte le categorie. I fornitori di moduli e integratori di sistemi segnano un -8,2%, gli specialisti un -7,0%, i subfornitori delle lavorazioni un -6,8%, l’engineering & design (E&D) un -3,8% e i subfornitori un -3,7%. Anche l’occupazione risente pesantemente della crisi, con un calo complessivo del -0,7%, che diventa -2,7% tra sistemisti e modulisti e -2,5% tra i subfornitori.
In questo scenario, il Piemonte – storicamente motore dell’automotive nazionale – pur restando la prima regione italiana per numero di imprese attive nella componentistica (717 aziende, pari al 33,6% del totale nazionale) – non è immune dal rallentamento. Le imprese piemontesi generano il 35,8% del fatturato nazionale e impiegano il 35,5% degli addetti del comparto, ma la regione mostra un crescente indebolimento competitivo e industriale.
“Il Piemonte ha un know-how unico e una tradizione industriale consolidata, ma senza un piano straordinario per la riconversione della filiera automotive, si rischia di disperdere competenze e posti di lavoro difficilmente recuperabili,” dichiarano Giovanni Genovesio, presidente CNA Piemonte, e Delio Zanzottera, segretario regionale.
CNA Piemonte sottolinea come il comparto, dopo anni di trasformazioni strutturali e tecnologiche, stia mostrando segnali preoccupanti di sofferenza: il calo dei ricavi, la contrazione occupazionale, la difficoltà di accesso agli investimenti per l’innovazione e la crescente delocalizzazione di produzioni strategiche mettono in pericolo la tenuta di un settore che da solo rappresenta una quota significativa del PIL industriale regionale.
“È più che mai necessario che le istituzioni facciano fronte comune e intervengano in modo concreto, insieme al sistema finanziario, per sostenere le imprese in questa delicata fase di transizione – concludono Genovesio e Zanzottera –. Solo attraverso un’azione condivisa e una visione industriale di lungo periodo sarà possibile salvaguardare il ruolo centrale del Piemonte nella mobilità del futuro.”
