Ciriè, l’Asl T04 precisa: “Al pronto soccorso nessun contatto tra pazienti Covid e non Covid”

20/04/2020

In relazione al servizio giornalistico televisivo riguardante la gestione dei pazienti Covid e non Covid presso il Pronto Soccorso di Ciriè, seguono le precisazioni del Direttore della Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza dell’Asl T04, dottor Paolo Franzese:

Analogamente a quanto già esposto durante l’intervista rilasciata alla testata giornalistica, e non riportato nel servizio televisivo, confermo che l’organizzazione del Pronto Soccorso di Ciriè è stata riprogrammata per l’emergenza da Covid-19, garantendo la separazione degli utenti Covid e non Covid. Sono state previste aree di gestione dei pazienti infettivi e non infettivi separate, con operatori dedicati a ciascun settore.

La struttura del Pronto Soccorso di Ciriè è dotata di un unico corridoio centrale di rapido transito che unisce i diversi settori, pertanto esiste una porzione di percorso condiviso nel quale devono poter transitare sia pazienti infetti, o sospetti tali, sia pazienti non infetti. Laddove non sia possibile la modifica architettonica, come nel caso del Pronto Soccorso di Ciriè, è stato elaborato un progetto logistico che garantisce la percorrenza della breve porzione di percorso condiviso da una sola tipologia di paziente per volta. E’ stato analizzato questo aspetto con gli esperti in igiene e in malattie infettive: il semplice e rapido transito dei pazienti infetti, adeguatamente isolati con gli opportuni dispositivi di protezione individuali, di per sé già idonei a contenere la carica virale, a cui si aggiunge un’adeguata sequenza di trattamenti di sanificazione, non comporta un incremento del rischio di diffusione infettiva. Un comportamento differente non sarebbe ipotizzabile in alcuno dei Pronto Soccorso aziendali.

Per quanto riguarda invece la quota di personale infetto, questa risulta nel Pronto Soccorso di Ciriè ancora compatibile con il mantenimento delle attività in regime di sicurezza, mediante l’intervento sostitutivo previsto dalla Direzione del Comparto, che prevede peraltro cicli di rinforzo dell’apprendimento delle procedure di sicurezza, gestite dal personale del Comitato aziendale delle Infezioni Ospedaliere e da parte dei Responsabili Infermieristici di Dipartimento. Rinforzo dell’apprendimento già attuato presso i Pronto Soccorso di Chivasso e di Ivrea e previsto a breve anche per la sede di Ciriè. Quanto citato dalla fonte anonima non corrisponde a verità e costituisce un elemento che lede la possibilità di lavorare con serenità da parte di tutti gli operatori del Pronto Soccorso di Ciriè”.

Aggiunge la Dirigente delle Professioni Sanitarie, dottoressa Clara Occhiena“Presso il Pronto Soccorso di Ciriè la copertura dei turni del personale del comparto è adeguata, anche in rapporto al numero di passaggi giornalieri. A oggi i numeri di personale positivo per Covid-19, per il comparto, è di 4 infermieri e 5 OSS. Nelle 24 ore sono presenti in turno 21 infermieri (8 al mattino, 8 al pomeriggio, 5 di notte) e 10 OSS (4 al mattino, 4 al pomeriggio, 2 di notte). La sala gessi, ordinariamente gestita dal personale del Pronto Soccorso, è coperta da personale distaccato dall’area ambulatoriale. La media dei passaggi giornalieri, dal 1° al 15 aprile, è stata di 36 utenti”.

Conclude il dottor Franzese“In particolare, nella fascia diurna della giornata di venerdì 17 aprile si è registrato l’accesso di 46 pazienti, prevalentemente anziani e pluripatologici, con l’impegno complessivo degli spazi del Pronto Soccorso”.

In merito alle notizie di stampa riguardanti la gestione di una salma trattata come affetta da covid-19 e deceduta per altre cause presso il Presidio Ospedaliero di Ciriè, così dichiara il Direttore della Medicina Legale dell’Asl T04, dottor Giovanni Presta“In relazione al caso segnalato si informa che l’ASL TO4 applica quanto contenuto nella Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri 73832 dell’8 aprile 2020. Tale Circolare, alla lettera A punto 4, così dispone: «…Nei casi di morte nei quali non si possa escludere con certezza che la persona fosse affetta da Covid-19, per il principio di precauzione si adottano le stesse cautele previste in presenza di sospetta o accertata patologia da microrganismi di gruppo 3 o prioni…» (fra cui il Covid-19). Pertanto, non avendo, nel caso specifico, elementi certi di esclusione di infezione Covid-19, pur confermando quanto trascritto in scheda Istat relativamente alle cause di morte, con conseguente non inserimento del defunto tra i casi attribuibili a decesso da Covid-19, si è proceduto correttamente secondo il principio di precauzione, come disposto dalla Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri citata  in premessa”.

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