
Castellamonte: a scuola ogni pasto costerà 50 centesimi in più. Scoppia la polemica sulla retroattività
E’ diventato un caso che ha surriscaldato il clima politico castellamontese. E’ quello relativo alla decisione assunta dall’esecutivo guidato dal sindaco Paolo Mascheroni di aumentare la retta della mensa scolastica di 50 centesimi a pasto e, tra l’altro, con effetto retroattivo. La vicenda ha scatenato le ire del consigliere di opposizione Pasquale Mazza: prima le proteste dei genitori per ottenere l’ascensore alle scuole elementari, la mancata manutenzione dei plessi scolastici cittadini e adesso il ritocco retroattivo delle tariffe della mensa scolastica grazie a una delibera che applica l’aumento allo scorso mese di gennaio.
In questo modo, polemizza Pasquale Mazza, chi non paga sarebbe agevolato e chi paga lo fa due volte. La tensione è alle stelle. Tanto che l’amministrazione comunale sta valutando di compiere un passo indietro per evitare di rendere esecutivo un provvedimento che rischia di trasformarsi in un boomerang politico. Il vicesindaco Giovanni Maddio, che Mazza definisce l’assessore “occulto al Bilancio” butta acqua sul fuoco nel tentativo di soffocare sul nascere le polemiche. La giustificazione è un po’ tardiva: non era intenzione dell’esecutivo fare in modo che il ritocco fosse retroattivo e adesso si sta valutando con l’ufficio ragioneria del comune se è possibile ritirare la delibera.
Il fatto è che le norme imposte dalla nuova legge finanziaria, spiega l’amministratore, in caso di aumenti, impongono agli enti locali di considerarli sull’anno solare e, di conseguenza, anziché applicare l’aumento a settembre come il Comune avrebbe voluto, si è stati costretti a farlo dal primo gennaio. Ammesso che la delibera possa essere annullata, i ragionieri del Comune dovranno fare i salti mortali per trovare tra le pieghe di bilancio i quindicimila euro preventivati dal rincaro dei pasti scolastici. Una cifra non certo iperbolica, ma che in questo periodo di vacche magre, non sarà facile recuperare se non rincarando le tariffe di latri servizi essenziali.