12/03/2023

Sanità

Castellamonte: Angelo Testa incontra il ministro della Sanità: “Non si può far morire così la medicina generale”

Castellamonte

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Venerdì 10 marzo il leader del sindacato Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami, accompagnato da Fabrizio Valeri, presidente Regionale Snami Marche, ha incontrato il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, per esporgli quanto la base e i dirigenti sindacali hanno elaborato come fotografia della grave situazione della sanità italiana e quale possono essere le possibili soluzioni nell’immediato e a lungo termine.

“Il nostro è stato un confronto cordiale – spiega Angelo Testa – e le mie richieste sono state dettagliate e ferme. Abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle richieste Snami. In primo luogo la deburocratizzazione. E’ prioritaria per poter far respirare i medici sommersi da una burocrazia inutile e mista di incombenze che spesso dovrebbero essere di altre figure, amministrative e del comparto medico”.

“Urge che i primi tre giorni di malattia siano autocertificati dal paziente. Un passaggio burocratico in meno in cui capita che il paziente “racconti” al proprio medico di disturbi minimali per lo più non obiettivabili. Oltre a questo il corso di medicina generale deve diventare una specialità per avere pari dignità anche economica con le altre specialità mediche e la sincronia temporale con l’inizio dei corsi. E ancora: le Case di Comunità, a nostro giudizio, dovranno essere concepite per non diventare dei contenitori vuoti e delle cattedrali nel deserto e come vadano integrate in un sistema in cui il medico continui a lavorare nel suo studio per evitare che venga meno la capillarità dell’assistenza”.

“E’ iniziata oggi – conclude Angelo Testa -una collaborazione con le istituzioni per cercare di porre rimedio ad una situazione emergenziale della medicina generale diventata poco appetibile per i nuovi medici, in cui chi è rimasto ‘scappa’ alla prima finestra pensionistica o addirittura cambia comparto, i medici mal pagati e con un aumento dei costi di produzione, che non si possono ammalare perché senza sostituti che possano far godere un minimo di tregua ad un lavoro continuativo e senza sosta, non più umano e sopportabile”.

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