26/01/2020

Cronaca

Caselle: l’aeroporto arretra di 4 anni e torna sotto la soglia dei 4 milioni di passeggeri annui

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Il trasporto aereo in Italia e nel mondo continua a crescere, mentre l’aeroporto di Torino viaggia in controtendenza: dopo il calo registrato nel 2018, anche il 2019 ha chiuso in negativo con un calo pari a -3.3%, tornando così sotto la quota di 4 milioni di passeggeri (per la precisione 3.952.158) ovvero un balzo indietro agli stessi livelli del 2016. Con questo risultato, Caselle si conferma per quest’anno al quattordicesimo posto tra gli aeroporti italiani per traffico movimentato, dietro scali come Bari e Cagliari, ed “incalzato” da Verona. A darne notizia è l’associazione “Fly Torino”.

Il 2019 è stato un anno in cui il traffico in Italia è cresciuto del +4% e che ha registrato una serie di record da parte degli aeroporti con cui Caselle dovrebbe ambire a confrontarsi: Bergamo ha raggiunto la quota di 13 milioni di passeggeri, Napoli e Catania hanno superato la quota di 10 milioni, Bologna 9 milioni, Palermo 7, da notare che fino al 2005 Caselle aveva praticamente lo stesso traffico di Bergamo e Bologna, prima che questi ultimi spiccassero il volo grazie alle basi Ryanair.

Si tratta di un risultato ampiamente atteso per la Sagat guidata da Andrea Andorno, che quest’anno ha raccolto i frutti dell’amministrazione precedente: decurtata la base Blue Air (10 rotte cancellate a inizio 2019) e fallita la base Blue Panorama che verrà ricordata come la base low cost più breve della storia (solo 6 mesi di operazioni). Sagat annuncia il ritorno del segno positivo nei prossimi mesi, grazie alla fine dell’effetto negativo dei tagli di Blue Air, ma quello appena iniziato non sarà certamente “l’anno della svolta”.

Da un lato, sostiene “Fly Torino” sono state annunciate diverse novità da parte di Volotea (Mykonos e Lamezia), Wizzair (Iasi e Chisinau), oltre alle nuove rotte per Kiev e Comiso ed il raddoppio del Napoli di easyjet. Dall’altro si annunciano diversi tagli: salta dopo 30 anni il volo per Bruxelles Zaventem, Air Italy non riproporrà lo storico volo per Olbia, chiusi i voli per Fez e Cracovia, British Airways peggiorerà in maniera significativa l’operativo estivo del volo su Londra, senza dimenticare voli strategici come Istanbul e Lisbona persi negli anni scorsi e mai ripristinati. Insomma, si annuncia l’ennesimo stillicidio di rotte che vanno e che vengono, e che conferma l’assenza di un concreto piano di sviluppo per l’aeroporto di Caselle da parte di F2i, l’azionista di maggioranza in Sagat ed azionista anche a Malpensa, il cui unico obiettivo è continuare a spremere utili dall’aeroporto di Caselle: mentre a Caselle il core business sembra diventato l’inaugurazione di nuovi spazi commerciali, l’altro aeroporto a Nordovest dell’orbita F2i continua ad investire nella crescita come ha evidenziato un recente studio del Corriere della sera (nel 2018 quasi 50 milioni di euro investiti da SEA in incentivi commerciali per lo sviluppo traffico tra Malpensa e Linate).

Torino ed il Piemonte sembrano aver delegato Malpensa per il ruolo di porta d’accesso del nostro territorio: è una situazione che non ha eguali in tutta Europa tra le aree metropolitane superiori al milione di abitanti, e che penalizza la mobilità dei cittadini, la competitività delle aziende e la raggiungibilità da parte dei turisti, come ha evidenziato l’ultimo rapporto del GTCI (Global Talent Competitiveness Index 2020) diffuso in questi giorni, in cui la città di Torino si è collocata al 99° posto anche a causa del deficit infrastrutturale aeroportuale. Le istituzioni si stanno dimostrando colpevolmente assenti: da un lato il Comune, che ha completato la dismissione delle quote (iniziata dalla giunta precedente) in quanto l’aeroporto è considerata una “partecipazione non strategica”, e dall’altro la Regione, che aveva promesso un piano per settembre 2019, per sostenere anche economicamente lo sviluppo di nuove rotte, ma che ad oggi non ha fatto seguire alcuna azione concreta.

“Fly Torino” rinnova il proprio appello a tutte le istituzioni ed ai rappresentanti delle categorie produttive della città perché mettano in campo tutti gli strumenti utili e necessari ad attuare una politica di sviluppo aeroportuale anche nella nostra Regione, e perché richiamino F2i alla necessità di un piano di investimenti su Torino al pari di tutti gli altri aeroporti del network italiano.

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