13/09/2017
Economia
Canavese: vendemmia precoce e scarsa a causa del caldo e la siccità, ma il vino è di ottima qualità
Caluso
/La vendemmia 2017 sarà annoverata tra le più scarse del dopoguerra, ma la qualità è salva e il Piemonte e il Canavese manterranno comunque (come nel resto d’Italia), il primato mondiale tra i produttori. E’ questo il dato che emerge da un’analisi compiuta dalla Coldiretti piemontese proprio mentre l’attività di raccolta sta entrando nella sua fase culminante.
Le cause che hanno determinato il forte calo di produzione è stato, com’è noto il bizzarro andamento climatico con un inverno asciutto e più mite, un precoce germogliamento della vite che ha favorito danni da gelate tardive ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate.
La conseguenza si è tradotta in un calo dei raccolti del 24% per una produzione che supererà a livello nazionale appena i 41,1 milioni di ettolitri, una tra le raccolte più scarse dal 1947.
Il fenomeno riguarda direttamente anche il Piemonte dove la vendemmia, per effetto del caldo e della siccità, si classifica come tra le più precoci a memoria d’uomo e registra un calo produttivo a causa dell’andamento climatico.
La Coldiretti sottolinea che la gelata tardiva del maggio scorso ha influito in modo decisamente negativo sulla vegetazione ormai formata mentre l’inverno asciutto e mite ha portato ad un precoce germogliamento della vite. Con le conseguenze appena descritte che pesano sopratutto sui bilanci economici dei produttori. “Rispetto ad una classica annata siamo sicuramente in anticipo con la raccolta che, ad esempio, per l’Alta Langa è iniziata già prima di Ferragosto e per il Moscato appena dopo – spiega Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo – Anche per il Barolo si inizierà la vendemmia con un anticipo di circa 15-20 giorni proprio a causa dell’estate asciutta che abbiamo avuto. Non molto diverso lo scenario anche nell’alto Piemonte dove si sta ultimando la raccolta dell’Erbaluce, della Croatina e del Vespolina. Rimangono da vendemmiare il Nebbiolo, sia da Barbaresco sia da Barolo, ed una parte di Barbera”.
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