Canavese: mancano medici di famiglia. Il sindacato Snami: “Si riformi il corso di medicina generale”

01/05/2022

La carenza di medici urgentisti e di medicina generale si fa sempre più pressante: nei pronto soccorso delle Asl prestano servizio a ore, i medici delle cooperative, ma anche queste hanno difficoltà a reperire personale sanitario. La situazione è critica e la carenza dei medici, in particolar modo quelli di famiglia, è strettamente legata agli accordi collettivi siglati tra Stato e sindacati. La posta in gioco è troppo alta per continuare a rimandare una riforma che si sta rivelando più che mai necessaria.

Il Sindacato Autonomo ribadisce le proprie posizioni sulla situazione del Corso di Formazione in Medicina Generale e fa riferimento alla riforma: “In questi giorni – afferma Angelo Testa, presidente nazionale Snami- emerge ancor più di prima come ogni regione stia derogando agli accordi collettivi, siglati tra stato e sindacati, applicando regole e norme proprie sulla base anche di uno stato emergenziale o dei propri desiderata. Tra gli altri l’argomento inerente al massimale in carico ai corsisti in medicina generale, talvolta obbligatori. Come sindacato riteniamo necessarie delle disposizioni complessive, eque ed uniformi su tutto il territorio nazionale. Anche se il problema delle carenze, noto da tempo, ha lasciato milioni di cittadini senza medico di famiglia, vanno cercate delle soluzioni tampone immediate ma nel rispetto della formazione, e senza l’obbligo di accettazione di zone carenti.

“Urge che la convenzione venga integralmente inserita in un processo di riforma del corso di formazione sempre più pratico e non più osservazionale. – aggiunge Federico Di Renzo, responsabile Nazionale Giovani Medici Snami – in cui vengano rimosse tutte le incompatibilità, il diploma diventi un titolo di specializzazione in medicina generale e le borse corrisposte ai medici vengano equiparate almeno a quelle delle altre specializzazioni. L’immobilità della politica non deve ricadere ancora una volta sui giovani che già scontano una diminuzione qualitativa dell’attività formativa a causa dell’emergenza pandemica”.

Qualità e competenza, sottolinea Angelo Testa, devono essere alla base un rinnovamento e di una riforma che tenga conto delle mutate esigenze della società. “Serve subito una riforma – conclude il segretario nazionale dello Snami – che valorizzi la qualità e le competenze oltre a garantire una dignità professionale a tutta la categoria anche per evitare che oramai, terminato l’imbuto formativo, tutti i colleghi scelgano borse più remunerative in percorsi rilascianti un titolo specialistico, depauperando le cure territoriali delle risorse più preziose”.

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