
Canavese: gli industriali sono più ottimisti rispetto a ieri, ma il lavoro continua a latitare

Meno crisi economica, ma anche meno lavoro. Lo sostiene Confindustria Canavese sulla base di un’approfondita indagine congiunturale trimestrale condotta su un campione di aziende attive in tutto il Canavese tra i mesi di aprile e giugno 2016. Meglio essere chiari: la recessione è un dato di fatto che è sotto gli occhi di tutti ma sono il leggero miglioramento delle aspettative da parte degli imprenditori.
Qualche ragione c’è: l’indagine evidenzia come la produzione sia aumentata e come l’arrivo di nuove commesse faccia ben sperare nel breve e medio termine anche se bisogna considerare il fatto che i dati forniti da Confindustria Canavese evidenziano alcune contraddizioni di fondo. Meno redditività totale (anche se si è registrato un lieve miglioramento) ed export stabile rispetto al trimestre precedente. Bisogna anche tenere conto del fatto che, se il sistema manifatturiero in qualche modo tiene, è grazie alle esportazioni verso l’estero.
E l’occupazione? Terminati gl’incentivi varati dal governo per le assunzioni a tempo indeterminato (la durata prevista era di un anno), le assunzioni sono in calo e, in diversi casi, si prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali e, in modo, particolare alla cassa integrazione. E allora? In sostanza la stagnazione economica continua a tenere banco. Una stagnazione che, di conseguenza, si riflette sulla mancata creazione di posti di lavoro. L’equazione è conseguente: senza stipendi i soldi da spendere non ci sono e i consumi non ripartono. Ergo: a soffrire non è solo il sistema produttivo industriale ma anche quello del terziario, del commercio e dell’artigianato.