Boom di vendite delle bici: la domanda è in crescita, ma i prezzi delle “due ruote” vanno alle stelle

04/04/2021

Da non credere: il settore che ha maggiormente beneficiato dall’avvento della pandemia di Coronavirus è stato quello delle biciclette. Nel 2020 le aziende produttrici hanno venduto oltre due milioni di “due ruote” con un incremento del 14% per quanto concerne le bici elettriche e del 44% per le e-bike. Un’esplosione di vendita come questa non accadeva in Italia dagli anni Novanta con l’avvento della mountain bike. A dare una bella e decisiva spinta alle vendite è sicuramente stato il bonus bici varato dal Governo. Ma non bisogna trascurare il fatto che in questa inaspettata svolta “green” giocano anche fattori come, a titolo d’esempio, l’imposizione del distanziamento sociale, che ha costretto la popolazione a rivedere le abitudini riguardanti i tragitti scuola/lavoro e un interesse crescente delle persone e delle istituzioni per la mobilità sostenibile.

Crescono i costi delle materie prime e del trasporto

Ma questa è una faccia della medaglia: l’altra è rappresentata dal fatto che, in parallelo è anche aumentato il prezzo delle materie prime e quel del traporto dato che gran parte del materiale usato dalle industrie arriva dal Medio Oriente. Lo scoppio della pandemia non ha certo facilitato le cose ai costruttori che hanno dovuto aggiungere alla lista delle spese anche quelle per l’adeguamento ai protocolli sanitari del ministero della Salute. Tutti costi che alla fine gravano sul prezzo del prodotto.

Un attento studio, condotto dal quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” rivela che quasi tutti i brande che non hanno aumentato i prezzi lo faranno a breve.

“Il primo è stato il marchio Orbea che in un comunicato diffuso un mese fa ha puntato il dito sull’incremento dei costi logistici da parte dei fornitori, che in alcuni casi hanno moltiplicato per otto il prezzo precedente – scrive il quotidiano di Confindustria -. Questo, insieme ad un aumento dei prezzi in origine, all’esaurimento dello stock e all’interruzione della catena di fornitura, ha portato il marchio spagnolo produttore di bici di alta gamma alla decisione di incrementare i prezzi di listino da febbraio.

Una situazione difficile da digerire per gli appassionati, visto che i prezzi delle bici erano già alti prima della pandemia. Senza considerare che la difficoltà con cui si trovano bici sul mercato ha fatto lievitare anche i prezzi dell’usato”.

Finita l’era della delocalizzazione delle aziende

In questo contesto è positivo il fatto che l’era della delocalizzazione delle aziende produttrici sembra essere terminata. “Sono molte le aziende che hanno deciso di rilocalizzare la produzione in Italia – scrive il giornalista Marco Trabucchi sul Sole 24 Ore -. Tra queste c’è Vittoria, l’azienda bergamasca specializzata nella produzione degli pneumatici per bici. Bianchi, storico produttore delle bici celesti, ha di recente comunicato di aver intrapreso un investimento di oltre 30 milioni di euro con l’obiettivo di arrivare a un impianto di produzione di 1.500 biciclette al giorno e di consolidare la sede italiana, attualmente a Treviglio, come un fulcro produttivo anche di parti in carbonio, ruote e manubri, riportando in Italia anche questa produzione molto specializzata. Riportare in Italia la produzione di telai e componenti oltre che una necessità per scongiurare i problemi di approvvigionamento, potrebbe essere una risorsa, come auspicato da Ancma: “Quanto sta succedendo apre a nuove sfide e a prospettive di sviluppo della produzione di componentistica direttamente sul suolo nazionale, dove si concentrano know-how e capacità produttive”.

Il Governo deve sostenere il comparto con nuove misure per occupazione e di investimento

Ma non è tutto: per fare in modo che ciò accada è necessario che il Governo deve fornire un sostegno finanziario sussidiario che consenta di intervenire in modo deciso sul costo del lavoro e di investire in un settore “che è in ulteriore crescita intervento deciso sul costo del lavoro e con un supporto agli investimenti che può creare ancora occupazione e valore per il Sistema Paese”.

“Oltre a Bianchi – riporta in conclusione lo studio del Sole 24 Ore – sono tante le eccellenze del ‘made in Italy’ che beneficerebbero di un ricollocamento della filiera produttiva in Italia. Difficilmente i prezzi si abbasseranno, ma almeno si potrebbe riportare in Italia il grosso di una produzione che fino a trent’anni fa era interamente localizzata”.

 

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