24/01/2022
Sanità
Bistrattati, inascoltati, malpagati e senza mezzi. Ecco perché gl’infermieri scioperano il 28 gennaio
Venerdì 28 gennaio gli infermieri incoceranno le braccia e scenderanno in piazza per far sentire la loro voce. Riceviamo e volentieri pubblichiamo che lettera che il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche ci ha inviato per denunciare, per l’ennesima volta, se mai ve ne fosse bisogno, le incettabili condizioni di lavoro ai quali infermieri e Oss sono sottoposti.
“La presente per raccontare a voi tutti le ragioni della nostra protesta e i motivi che ci hanno portato a scioperare. Confidiamo nel fatto che tutti coloro che hanno apprezzato il nostro coraggio e il nostro lavoro possano condividere le ragioni della nostra protesta. È proprio a loro che chiediamo un gesto di solidarietà, ben consapevoli del fatto che migliorare le nostre condizioni di lavoro significhi migliorare l’assistenza di tutti. Il Governo Draghi inspiegabilmente non ha ritenuto di dare un segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, OSS, professionisti sanitari), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020.
Le condizioni di lavoro sono diventate inaccettabili. Il peso della responsabilità che poggia sulle nostre spalle è sempre più gravoso, siamo fianco a fianco tutti i giorni con la morte. Da due anni che non abbiamo vita al di fuori del lavoro. Abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa. Ci sobbarchiamo a nostre spese l’assicurazione, la formazione e l’iscrizione all’ordine professionale. Gli applausi e le pacche sulle spalle non ci aiutano ad arrivare a fine mese. La nostra professione è così svalutata che sono pochi a volerla intraprendere e sono molti invece quelli che si sono stancati e quelli che la lasciano.
Vogliamo poter dare ai nostri assistiti il meglio di noi, della nostra professione. Per poterlo fare abbiamo bisogno di un corretto rapporto infermiere/pazienti e di veder riconosciute e sviluppate le nostre competenze. Non vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello che già stanno vivendo. Vogliamo però che tutti sappiano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale per tutti i sistemi sanitari del mondo, ma evidentemente non per il nostro Governo e le nostre Regioni. Chi di noi può si ferma e sciopera, gli altri garantiranno i servizi essenziali, come sempre abbiamo fatto. Per tutto questo vi invitiamo a partecipare alla manifestazione che si terrà il 28.01.2022 a partire dalle ore 10.30 a Torino in Piazza Castello e a voler portare il vostro contributo e la vostra solidarietà nella forma che riterrete opportuna e al quale saremo lieti di dare spazio.
Come in altre Aziende Piemontesi anche presso l’Asl T04 non mancano le criticità e a Torino il prossimo 28 gennaio, sarà presente in piazza Castello una delegazione di lavoratori. Nel frattempo, dei camion a vela gireranno e stazioneranno per i vari Ospedali dell’Asl T04 con lo slogan: spremuti e ignorati, non vi lasceremo soli dicevano…parole, promesse, zero fatti. La carenza di personale è tangibile dall’inizio della pandemia, ma nelle ultime settimane il numero di operatori positivi sta mettendo a dura prova i servizi.
In attesa delle stabilizzazioni promesse del direttore generale dell’Asl T04 dottor Stefano Scarpetta, chiediamo che tutti gli infermieri che si collocheranno utilmente nella graduatoria del bando a 36 mesi dello scorso 21 gennaio vengano assunti senza indugi. Carenza che riguarda più o meno tutti i profili professionali. E se da una parte si fa estrema fatica a trovare alcune professionalità, dall’altra l’Asl T04 ha bisogno di più soldi per poter assumere a tempo indeterminato, visto che per la spesa del personale covid sono terminati i finanziamenti specifici alla fine del 2021.
Sono terminati anche i finanziamenti nazionali per le vaccinazioni fuori dall’orario di lavoro e una parte del personale continua ad attendere 4,13 euro di indennità di terapia intensiva per ogni turno lavorato nel secondo semestre del 2020 e per tutto il 2021, perché le risorse regionali non sono ancora arrivate. Entrando nello specifico, Ivrea ha bisogno di un nuovo nosocomio, ma nello stesso tempo di importanti lavori sull’attuale struttura. In attesa di terminare i lavori previsti dal Piano Arcuri (P.S., Rianimazione, percorsi pulito/sporco) Dialisi, Medicina e Ortopedia necessitano di un importante restyling, così come anche l’attuale reparto che ospita i pazienti covid. Attendiamo la tanto promessa Risonanza Magnetica, così come la PET-TC che è fondamentale per una struttura di riferimento Oncologico. Inoltre, in attesa del concorso per il Direttore del P.S., auspichiamo che lo stessa venga fatto per la Dialisi, l’Urologia e altri importanti strutture che Ivrea ha perso in passato. A Cuorgnè diventato covid Hospital durante la seconda ondata, va restituito il Pronto Soccorso e speriamo che la struttura complessa prevista per Ivrea, possa aiutare nel reclutamento delle professionalità necessarie. Ovviamente auspichiamo che Cuorgnè possa tornare ad essere un ospedale di riferimento anche per l’attività chirurgica minore (vedi cataratta per esempio) sospesa da inizio gennaio. A Ciriè i lavori della Rianimazione e del DEA non sono ancora iniziati e la pandemia ha evidenziato la necessità di avere una seconda TC per dividere gli esami tra pazienti covid e non.
La riapertura della Rianimazione Covid, inoltre, sta imponendo il blocco di una sala operatoria per ospitare pazienti di rianimazione non covid in caso di necessità. Situazione che peggiora ulteriormente le liste di attesa e che mette a dura prova il personale. Inoltre, con il concorso da Direttore presso il Dea, auspichiamo che possa migliorare finalmente l’attuale situazione organizzativa, dove il personale medico è totalmente esternalizzato. Lanzo come Cuorgnè è stato trasformato in covid hospital nella seconda ondata, perdendo il PPI, il CAVS e tutta l’attività chirurgica delle sale operatorie. Auspichiamo non solo che tutto possa essere ripristinato, ma confidiamo in un potenziamento delle attività.
A Chivasso speriamo si possano avere presto nuovi posti letto di terapia intensiva, al fine di evitare il blocco dell’attività chirurgica come accaduto nelle precedenti ondate. Attendiamo anche i lavori dell’osservazione breve intensiva dedicata ai pazienti Covid e nello stesso tempo auspichiamo si possa trovare una soluzione alternativa alla gestione dei pazienti pediatrici covid positivi. Speriamo possa essere trovata anche una conclusione positiva per la viabilità del traffico all’ingresso dell’ospedale. Infine, per quanto riguarda l’Ospedale di Settimo Torinese invece, ribadiamo la nostra assoluta contrarietà alla dismissione totale ai privati. Il 28 gennaio sciopereremo non solo per le condizioni di lavoro e il mancato riconoscimento professionale, ma per salvaguardia della sanità pubblica. Dopo quasi 24 mesi, non ci troviamo più di fronte a un’emergenza sanitaria mondiale, ma un’emergenza organizzativa nazionale”.
Il Segretario Regionale Nursind Piemonte Francesco Coppolella
Il Segretario Nursind Torino Giuseppe Summa
La Segreteria Nursind Asl T04
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