25/05/2019

Cronaca

Basket: inchiesta della procura sulla società Auxilium. Due gl’indagati a Caluso e a Rivarolo

Rivarolo Canavese

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Indebite compensazioni e frode fiscale: a finire nei guai sono stati i vertici della società torinese di basket Fiat Auxilium. Nella mattinata di ieri, venerdì 24 maggio, gli agenti della Guardia di Finanza del Gruppo Torino hanno sequestrato tutta la documentazione nella sede della società sportiva al PalaVela in corso Siracusa a Torino ma anche a Ivrea, Caluso, Mazzè e fuori dalla regione. Indagati a vario titolo, dalla procura di Torino, i vertici della società. Tra questi figurano l’ex presidente Antonio Forni, notaio di Caluso e l’amministratore delegato, il rivarolese Massimo Feira, commercialista ed ex presidente di FinPiemonte e Maurizio Actis, membro del consiglio di amministrazione.
A coordinare l’inchiesta, all’indomani dall’esclusione dell’Auxilium dalla massima serie del campionato è il pubblico ministero Ciro Santoriello a causa di un indebitamento di circa 3 milioni di euro. Le indagini si sarebbero appuntate su alcune operazioni di presunta indebita compensazione dell’Iva per complessivi 1,46 milioni di euro. La società, che è retrocessa in serie A/2 aveva recentemente subiuto una penalizzazione da parte della Federazione di 8 punti anche sulle risultanze degli accertamenti compiuti dalla Agenzia delle Entrate. Le indagini continuano.
La società Parcolimpico Srl, gestore dell’impianto nel quale si allenava e giocava la squadra, a fronte dei perduranti e significativi inadempimenti della società di basket, spiega in un comunicato di essersi vista costretta ad allontanare nei giorni scorsi il personale tecnico e amministrativo dai locale del PalaVela, richiedendo loro lo sgombero di tutte le aree, dalle sale meeting, alle palestre e agli spogliatoi.
“Questo l’epilogo amaro di un progetto che Parcolimpico aveva costruito con l’intento di una durata almeno quinquennale, riconoscendo nell’interlocutore Auxilium, nei suoi proprietari e nei suoi amministratori, una realtà sportiva emergente e molto seguita nella nostra città, fresca del primo alloro nazionale, la Coppa Italia di poco più di un anno fa, e della frequentazione stabile dei palcoscenici rappresentati dalle coppe europee, nonché una azienda intenzionata a crescere ulteriormente in termini di pubblico, marketing, sponsorizzazioni – si evidenzia nella nota -. Le recenti cronache, sportive e non, hanno purtroppo smascherato nell’ultimo mese uno stato di fatto completamente diverso, con una proprietà in fuga da lungo tempo dalle proprie responsabilità e una conduzione aziendale attualmente all’esame degli organi di controllo preposti, stando a quanto emerso dai media e soprattutto dai provvedimenti disciplinari della giustizia sportiva (fermo il beneficio di sospensiva di giudizio dovuto in attesa dell’esito dei ricorsi che Auxilium ha presentato)”.
Parcolimpico, si spiega, ha creduto fermamente in un progetto che presentava tutte le credenziali di un percorso di successo, e ha investito di conseguenza nel Palavela quanto necessario per permettere lo svolgimento delle partite di basket professionistico.
“Parcolimpico ha continuato a sostenere il progetto nei momenti più incerti della stagione trascorsa, anche a proprio discapito, pur vedendo crescere da gennaio in avanti la propria esposizione – continua il gestore – per non rischiare di togliere definitivamente respiro a una società che sembrava in corso di trasformazione, per non mortificare la passione di migliaia di tifosi abbonati e appassionati. Tutto è stato inutile, alla prova dei fatti”.
In conclusione: “Abbiamo già avviato tutte le azioni necessarie alla nostra tutela, dal recupero del credito alla verifica con i nostri legali di eventuali ulteriori azioni di responsabilità specifica su singole persone.
Probabilmente l’imminente evidenza di irreversibilità della crisi societaria di Auxilium renderà inefficaci alcune di queste azioni, ma al di là di questo il rimpianto maggiore sta proprio nel fatto di essere stati messi nelle condizioni di credere e dare fiducia a un progetto che era già inconsistente prima di cominciare”.

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