13/09/2018
Economia
Assegnato a 7 aziende il Premio Camillo e Adriano Olivetti per l’Impresa Innovativa e Responsabile
Ivrea
/E’ giunto al traguardo la prima edizione del Premio Camillo e Adriano Olivetti all’Impresa Innovativa e Responsabile, istituito dall’Associazione Spille d’Oro con l’intento di riconoscere e valorizzare gli imprenditori della piccola e media impresa che, anche non ispirandosi direttamente alle figure di Camillo e Adriano Olivetti, ne hanno condiviso nei fatti l’impostazione, dimostrando impegno e originalità nella creazione di prodotti di eccellenza, sensibilità nei rapporti interni e verso il territorio, improntati al rispetto, alla trasparenza ed alla collaborazione.
Le sette aziende finaliste saranno premiate nel corso dell’evento di presentazione che si terrà sabato 15 settembre 2018, al Bioindustry Park Silvano Fumero con inizio alle 9,30.
Durante l’incontro personalità del mondo istituzionale ed industriale forniranno la loro testimonianza per illustrare il contributo delle PMI allo sviluppo del territorio ed alla crescita del benessere sociale. In particolare si confronteranno in una tavola rotonda sul tema “Un percorso innovativo e responsabile come traino per lo sviluppo del Canavese” Andrea Ardissone, presidente Società Coop. AEG, Beniamino de’ Liguori Carino, segretario generale Fondazione “Adriano Olivetti”, Fabrizio Gea, presidente di Confindustria Canavese, Carlo Ronca, ex dirigente Olivetti e ricercatore di economia della conoscenza, Fulvio Uggeri, Head of Global Innovation & Technical Operations – Global Business Unit Imaging – Bracco Imaging SpA.
“Abbiamo fortemente voluto questo Premio – sottolinea il presidente David Olivetti -,pensando al futuro della nostra Associazione. La nostra finalità più importante è il mantenimento della memoria della cultura olivettiana e la nostra forza è sempre stata garantita dal senso di appartenenza, dall’impegno e dal gran numero di associati. Oggi più che mai dobbiamo trovare dei sentieri che permettano di mantenere il patrimonio di valori di questa tradizione, favorendone la diffusione verso soggetti sociali che possano diventarne i continuatori. In quest’ottica un riconoscimento a chi fa impresa in modo innovativo e responsabile, agli imprenditori che hanno avuto il coraggio di rimanere e non delocalizzare portando lontano il lavoro e il futuro delle nostre nuove generazioni, ci è sembrata un’iniziativa di spessore”.
Il lavoro del Comitato di selezione, presieduto da Roberto Ricci, a cui l’Associazione ha dato questo incarico in virtù della sua lunga esperienza in Confindustria Canavese e poi a capo del Bioindustry Park Silvano Fumero, è durato diversi mesi e si è avvalso della collaborazione di personalità di provata competenza economico-finanziaria e organizzativa, nonchè di esperti dei processi d’ innovazione.
La metodologia utilizzata per la selezione ha combinato due tipologie di analisi. Una prima valutazione è stata determinata da indici misti reddituali/patrimoniali, che forniscono lo stato reale dell’ Impresa, in particolare attraverso l’analisi del conto economico, per evidenziare la capacità di creare reddito, e dello stato patrimoniale, indicatore di solidità. I risultati emersi sono stati poi combinati con parametri di tipo qualitativo, e in particolare: innovatività di prodotto/processo; architettura, immagine, servizi; radicamento e integrazione con il territorio; welfare aziendale; ambiente ed energia. Le imprese entrate nella short list delle finaliste sono state infine sottoposte ad un colloquio di approfondimento, che ha evidenziato le performance positive emerse nella fase di analisi e studio.
“Siamo stati molto attenti a individuare parametri ben specificati, che possano essere riproposti per le future edizioni del Premio – precisa Roberto Ricci -. Ci sono stati molto utili alcuni studi realizzati dalla Fondazione Adriano Olivetti, che hanno fornito molti spunti su cui basare il nostro lavoro; un’ attività che ha seguito regole scientifiche rigorose. Per questa prima edizione abbiamo limitato l’ambito territoriale di indagine all’ Eporediese, proprio perché l’abbiamo intesa come una necessaria sperimentazione del processo di analisi e definizione dei parametri di giudizio. Giunti al termine di questa sperimentazione positiva, pensiamo di cominciare a lavorare per arrivare prossimamente ad allargare l’indagine a tutto il territorio canavesano”.
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