31/03/2018
Cronaca
Alice Superiore: migranti in rivolta per vitto e lavoro. Traffico bloccato con i cassonetti dei rifiuti
Hanno abbandonato la Casa della Solidarietà nella quale sono temporaneamente ospitati e sono scesi in strada per protestare per il vitto e chiedendo, nel contempo, un lavoro retribuito e più denaro quotidiano per ognuno dei 24 migranti. La protesta è andata in scena nel pomeriggio di giovedì 29 marzo ad Alice Superiore in Valchiusella. Protagonisti una decina di nigeriani richiednti silo che hanno bloccato il traffico rovesciando in strada cassonetti per i rifiuti e posizionandoli in modo da non far transitare le auto. In paese si sono vissuti momenti di autentica tensione che neanche l’intervento del sindaco Remo Minellono è riuscito a stemperare. Sul luogo della protesta sono immediatamente intrevernuti i carabinieri di Vico Canavese e Castellamonte ed el nucleo radiomobile della compagnia di Ivrea. E’ stato soltanto dopo una difficile e lunga trattativa che la protesta è gradualmente rientrata.
Sulla vicenda è intervenuta, con una nota, la Lega Nord Canavese: “Spiace constatare come si sia tentato di nascondere l’accaduto, come sempre accade quando i responsabili sono dei migranti. Ma la verità trova sempre il modo di venire a galla – commenta l’onorevole Alessandro Giglio Vigna – Lo Sprar è caratterizzato dalla temporaneità dei suoi percorsi, ma ciò penso sia in esatta opposizione rispetto a ciò che ci è stato comunicato dai cittadini di Alice, dove dopo mesi di accoglienza, diverse di queste persone che dovevano essere “integrate” sono scese in rivolta in strada per chiedere non si sa bene cosa: che esempio diamo ai nostri figli a veder adulti che buttano per terra cibo? Si parla spesso di come l’adesione a questi Sprar porti alle casse dei Comuni decine di migliaia euro di incasso, ma penso allora che il costo sociale sia forse ben più elevato se poi questo rappresenta un pericolo per i residenti. Senza contare il costo per l’invio delle volanti delle forze dell’ordine, che paghiamo noi cittadini, e che dovrebbero essere impegnate per servizi più utili al Territorio. Penso quindi che sia paradossale che proprio qui in Canavese, dove l’accoglienza è stata gestita in certi Comuni con fin troppa manica larga, vi siano alcuni migranti che non vogliono riconoscere almeno l’impegno del rispetto reciproco e della pace civile: forse il sindaco dovrà ripensare alle scelte fatte lo scorso anno, ovvero se sono state veramente utili nei confronti della qualità della vita non solo dei “richiedenti asilo”, ma soprattutto della cittadinanza di Alice Superiore”.
Sulla medesima lunghezza d’onda è il senatore leghista Cesare Pianasso: “Comuni come Alice Superiore lo scorso anno hanno aderito alla legge che fa sì che i centri di accoglienza straordinaria possano essere convertiti sul territorio in centri Sprar – commenta -. Questi progetti per migranti richiedenti asilo da accogliere sul proprio territorio comunale, dovrebbero tradursi in una serie di azioni atte a garantire percorsi di accoglienza individuali e supporto all’integrazione socio-culturale, prevedendo non solo il vitto e l’alloggio, ma anche misure di accompagnamento e orientamento legale, sanitario e soprattutto sociale: penso che ciò che è successo giovedì ad Alice sia esattamente l’opposto di ciò che vogliono i cittadini di un piccolo Comune”.
A stigmatizzare l’accaduto è anche il segretario territoriale del Carroccio di Ivrea Giuliano Balzola: “Noi li accogliamo, loro ci sputano addosso la rabbia. Una vera e propria guerriglia urbana in stile centri sociali, che mai vorremmo vedere in nessuna città, specialmente nei nostri tranquilli paesi di montagna, non mi pare proprio la miglior soluzione da adottare e sponsorizzare in Canavese e a Ivrea, visto soprattutto cosa è successo giovedì ad Alice”.
Dov'è successo?
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