
Ivrea, Caterina Abbattista a processo: “Sono qui per lottare. Non accetto le calunnie dette su di me”

Adesso combatte da donna libera, Caterina Abbattista, l’operatrice socio-sanitaria, la madre di Gabriele Defilippi, reo confesso del barabaro assassinio dell’ex insegnante di francese Gloria Rosboch di Castellamonte. Nel processo penale che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Ivrea, Caterina Abbattista, accusata di concorso in omicidio respinge recisamente quelle che definbisce calunnie dette sul suo conto. E lo ha fatto nella mattinata di martedì 27 febbraio, assistita dagli avocati Gian Paolo Zancan e Tommaso Levi.
Il figlio Gabriele Defilippi è stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere: il giovane di 22 anni, è stato chiamato al banco dei testimoni ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. A parlare, invece, sono stati gli altri testimoni convocati dall’accusa rappresentata dal procuratore capo Giuseppe Ferrando: un ex di Caterina Abbattista che l’avrebbe accusata di essersi fatta dare dei soldi per poi abbandonarlo e l’ex fidanzatina di Gabriele, Sofia Sabhou.
La ragazza avrebbe confermato la versione resa a suo tempo ai carabinieri quando ha raccontato che una sera in cui era alticcio Gabriele, il ragazzo dai mille volti, le avrebbe confidato che la madre e l’ex maturo amante di lui Roberto Obert lo “pressavano” per risolvere il problema di Gloria che aveva denunciato l’ex allievo per una truffa da 187 mila euro: soldi che Gabriele si era fatto consegnare promettendole una nuova vita sentimentale e professionale in Costa Azzurra.
E pare che sia stata la denuncia sporta da Gloria Rosboch, quando si rese conto che il suo sogno sarebbe rimasto, a innescare la serie la fatale catena di episodi che sarebbe culminata con la sua tragica morte.
L’udienza è stata aggiornata a martedì 6 marzo e anche in quell’occasione sfileranno in aula diversi testimoni.