18/06/2016
Politica
Centrale a biomasse: la Vittone evidenzia “la solitudine politica del sindaco Rostagno”
Rivarolo Canavese
/La Città Metropolitana sembra essere decisa a rinnovare per i prossimi 15 anni la concessione alla Sipea-Engie per quanto concerne l’attività della tanto contestata centrale a biomasse. La decisione assunta dalla Conferenza dei servizi che si è svolta lo scorso giovedì 16 giugno, sarà probabilmente ufficializzata nei prossimi giorni e a nulla sono servite le dichiarazioni rilasciate più volte agli organi d’informazione dal sindaco Alberto Rostagno il quale sosteneva che se la società non avesse osservato le prescrizioni non avrebbe apposto la sua firma in calce al rinnovo dell’autorizzazione. La Conferenza dei servizi sembra non aver tenuto conto delle vibranti argomentazioni del primo cittadino rivarolese. Su questo argomento riceviamo e volentieri pubblichiamo un polemico contributo della lista Civica “Rivarolo Sostenibile”.
“Rivarolo Sostenibile” era presente con il Capogruppo Marina Vittone e con il Presidente Paolo Bettarello, in qualità di uditori, alla Conferenza dei Servizi che si è tenuta Giovedì 16 giugno 2016 presso gli uffici della Città Metropolitana di Torino.
Argomento dell’incontro il rinnovo dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera e agli scarichi fognari della Centrale a biomassa di Rivarolo.
Confinati nel semplice “ruolo di uditori”, senza possibilità di intervenire, quando invece avremmo voluto “urlare” le ragioni del NO dei cittadini del Comune di Rivarolo.
Abbiamo visto un Sindaco lottare, da solo, per difendere l’interesse dei cittadini, appellarsi, inascoltato, alla difesa della salute pubblica.
L’Assessore all’Urbanistica, che accompagnava il Sindaco, si è dimostrato poco incisivo, titubante nelle richieste esposte e allo stesso tempo timoroso nei confronti del colosso aziendale che aveva di fronte, tanto meno è stato utile il funzionario comunale, più che altro preoccupato di capire quale fosse la procedura autorizzativa da adottare per le eventuali opere, connesse all’impianto, ancora da realizzare (ad esempio la proposta tettoia per la copertura del cippato o la risistemazione del piazzale antistante l’impianto); assente giustificato l’esperto del Politecnico incaricato dal Comune, per cui non era neppure reperito un sostituto!
Non basta invitare i rappresentanti politici della Città Metropolitana durante il taglio del nastro del nuovo Polo scolastico o all’inaugurazione della “Nuova Fiera del Canavese”, vanno coinvolti nelle questioni amministrative dei Comuni, interessati alle situazioni legislative in cui gli enti locali, loro malgrado, si trovano a non contare più nulla, come in quella proposta dal D.Lgs. 387/2003, in cui l’Autorizzazione Unica in capo alla Città Metropolitana diventa “sostitutiva” di tutti i pareri e le autorizzazioni altrimenti necessari. Sembra che, in base a questo principio e in nome della semplificazione e accelerazione delle procedure per la realizzazione e gestione degli impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili, l’Autorizzazione unica possa “scavalcare” qualsiasi tipo di pianificazione urbanistica dell’ente locale.
Se da un lato, l’azienda si è dichiarata disposta a soddisfare le richieste dell’Amministrazione comunale e ha sostenuto di aver allacciato l’impianto alla rete di tele riscaldamento cittadina e di aver introdotto correttivi per l’ulteriore abbattimento delle emissioni in atmosfera, dall’altro, ha predisposto progetti non definitivi per le opere accessorie, preventivi di spesa per l’acquisto di nuove torri evaporative meno impattanti dal punto di vista acustico e preventivi di spesa per la fideiussione a garanzia delle opere di rispristino dei luoghi a fine vita dell’impianto: progetti, preventivi, dichiarazioni di intenti – carta, parole, non fatti.
Un’autorizzazione definitiva potrebbe essere rilasciata su queste basi? E’ come se i cittadini, alla scadenza delle tasse comunali da pagare, facessero pervenire una missiva al Comune dicendo che hanno intenzione di pagare, ma non effettuassero il versamento! Le conseguenze sarebbero di ben altro tipo!
Come si concilia, inoltre, quanto previsto dalla norma e cioè che entro la data in cui è prevista la riunione conclusiva della Conferenza dei servizi il proponente debba fornire la documentazione che dimostri la disponibilità del suolo su cui è ubicato l’impianto?
E’ di dominio pubblico che proprio su questa materia sia pendente un ricorso avanti al Tar del Piemonte, ove il Comune di Rivarolo si è costituito in giudizio.
In conclusione: se, per usare un paragone calcistico, la partita di andata “giocata fuori casa”, potrebbe portare una sconfitta, la partita di ritorno, giocata sul campo comunale, potrebbe riservare delle sorprese. Sempre che i giocatori, rincuorati dai tifosi, ritrovino un po’ di coraggio!
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