
Ivrea, Guido Saracco a Confindustria Canavese: “L’intelligenza artificiale deve restare al servizio dell’uomo”
Un intervento denso di visione e di significato quello di Guido Saracco, già rettore del Politecnico di Torino, che ha catturato l’attenzione del pubblico durante l’assemblea di Confindustria Canavese, svoltasi alle Officine H di Ivrea. Un appuntamento che, come nelle migliori tradizioni olivettiane, ha messo al centro il rapporto tra innovazione, conoscenza e responsabilità sociale.
Saracco ha ricordato come ogni forma di apprendimento autentico nasca dal fare esperienza, dal “toccare con mano” ciò che si studia. «L’apprendimento – ha sottolineato – non può ridursi a nozioni astratte: cresce nel confronto con la realtà, nella capacità di sperimentare e di sbagliare». Un richiamo potente in un’epoca in cui il digitale tende a sostituire il contatto diretto con le cose e con le persone.
Nel suo intervento, il professore ha tracciato una riflessione lucida sulla società contemporanea, dominata dall’immediatezza e da una sovrabbondanza di informazioni che rischia di svuotare l’approfondimento e di indebolire il pensiero critico. «Oggi più che mai – ha detto – serve insegnare a selezionare, a discernere, a non subire i flussi di dati che ci circondano».
Ampio spazio è stato dedicato anche al tema dell’intelligenza artificiale, definita da Saracco “un acceleratore straordinario, ma da accompagnare e non da sostituire”. L’ex rettore ha ribadito la necessità di non delegare il pensiero alle macchine, ma di usare l’AI come strumento “etico e umano”, capace di riflettere la creatività dell’uomo senza soppiantarla.
Da Ivrea, città simbolo di un modello d’impresa fondato sull’uomo e sulla comunità, è arrivato un messaggio chiaro: occorre costruire una via europea all’intelligenza artificiale, più lenta, consapevole e centrata sulla persona. «Un’AI che cresca con noi – ha concluso Saracco – che tuteli la privacy, valorizzi la libertà e potenzi le nostre possibilità invece di limitarle».
Un intervento che ha unito visione tecnologica e responsabilità etica, ricordando che il futuro non si costruisce solo con gli algoritmi, ma soprattutto con la capacità umana di pensare, creare e scegliere.