
Pont Canavese, l’ex casa di riposo resta al centro del dibattito: il Comune valuta la vendita, parte la raccolta firme
È uno degli edifici simbolo del paese, ma oggi è anche una ferita aperta nel cuore della comunità. A quattro anni di distanza dalla chiusura, il destino dell’ex casa di riposo di Pont Canavese continua a dividere l’opinione pubblica e ad accendere lo scontro politico. Struttura storica, un tempo accreditata come Rsa con 40 posti letto, oggi versa in condizioni critiche: tetto danneggiato, impianti obsoleti, infiltrazioni d’acqua. La sua sorte, però, è tutt’altro che definita.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Paolo Coppo, ha più volte ribadito la volontà di non lasciarla all’abbandono. Ma la strada per la riqualificazione è tutta in salita. Gli uffici tecnici hanno stimato in circa 190mila euro i costi per un intervento minimo di “tamponamento”, mentre per una ristrutturazione completa si arriva a sfiorare i due milioni. Una cifra fuori portata per le casse comunali.
«Abbiamo pubblicato un bando per raccogliere manifestazioni d’interesse alla gestione in convenzione – spiega il sindaco – ma su circa quindici interlocuzioni, solo una si è concretizzata in una proposta. Non c’erano le condizioni per proseguire con un secondo bando pubblico, che avrebbe richiesto un impegno economico rilevante senza garanzie di successo».
A fronte di un interesse troppo flebile da parte del settore privato per la gestione, la giunta ha inserito l’immobile tra i beni alienabili. Potrebbe quindi essere venduto, ma mantenendo la sua destinazione a Residenza Sanitaria Assistenziale, come previsto da un accordo con l’Asl To4. Non mancano le offerte: già quattro le manifestazioni di interesse all’acquisto arrivate al protocollo del Comune.
Contro questa ipotesi si sono schierati i consiglieri di minoranza Raffaele Costa e Gian Piero Bonatto, che hanno promosso una raccolta firme per bloccare la procedura. «Dal 2 agosto si può firmare presso le associazioni e le attività commerciali aderenti all’iniziativa», fanno sapere.
Il Comune ha risposto con una nota invitando i cittadini «a non firmare senza prima conoscere a fondo la complessità della situazione». Sempre il 2 agosto si è svolto un incontro tra sindaco e opposizione, che ha confermato la propria contrarietà alla vendita dell’ex ospedale.
Intanto la struttura continua a deteriorarsi. Umidità, degrado e mancanza di manutenzione aggravano una situazione che richiede una decisione rapida. Qualunque essa sia, non potrà più attendere.