
Ritrovata la bicicletta di Pasquetta Castellan: forse vicini a una svolta nel mistero di Volpiano

Ritrovata la bicicletta di Pasquetta Castellan: forse vicini a una svolta nel mistero di Volpiano
A otto mesi di distanza dalla scomparsa di Pasquetta Castellan, la pensionata 79enne conosciuta da tutti come Graziosa, un primo, inquietante indizio riaccende i riflettori su uno dei casi più oscuri del Canavese. Sabato pomeriggio, alcuni ciclisti hanno rinvenuto, tra i rovi di un bosco isolato tra Leinì e Lombardore, una bicicletta nera con cestino: proprio quella su cui la donna era solita spostarsi. Poche ore dopo, il ritrovamento ha assunto contorni ancora più inquietanti. Nella stessa zona, i carabinieri hanno recuperato documenti, indumenti, una scarpa, un orologio e – soprattutto – alcuni resti umani, in parte interrati. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, ma secondo fonti vicine all’indagine, in caserma i dubbi sarebbero ormai pochi. A confermare l’identità sarà l’esame del Dna, affidato alla scientifica e ai laboratori dell’Asl T04 su disposizione del Pm Filippo De Bellis.
Il caso Castellan aveva avuto inizio il 31 luglio 2024, quando la donna era uscita di casa per recarsi dalla figlia, lasciando alle sue spalle solo una frase apparentemente banale: «Domani passo dal panettiere, arrivano anche gli operai per i lavori». Poi, il silenzio. Nessun cellulare, nessun biglietto d’addio, nessuna telecamera utile – se non una, che la riprende mentre spinge a mano la sua bicicletta, proprio in direzione Leinì.
Le ricerche, condotte per settimane con droni, unità cinofile ed elicotteri, si erano concluse senza esito. Anche la trasmissione di Rai3 “Chi l’ha Visto?” si era occupata della scomparsa, ma senza portare elementi risolutivi. Ora, la svolta potrebbe essere arrivata. Ma il luogo del ritrovamento apre nuovi interrogativi: un boschetto impervio, raggiungibile solo attraverso una salita faticosa. Un posto dove, secondo la figlia Stefania, “mia madre non sarebbe mai arrivata da sola”. E in effetti, non sarebbe la prima volta che Graziosa sparisce. Un episodio analogo si era già verificato mesi prima, quando fu ritrovata a Leinì. Che qualcuno l’abbia accompagnata anche questa volta?
Le ossa ritrovate – sei, secondo fonti investigative – non mostrerebbero segni evidenti di violenza. Ma la pista del malore o della caduta, da sola, non convince. Troppe le anomalie, troppe le ombre. Quel che resta, al momento, è un dolore sospeso e il bisogno urgente di verità. Per restituire un’identità a quei resti. E forse anche un volto a chi – se c’è – ha deciso che Graziosa dovesse scomparire in quel bosco.