
Dazi Usa, Coldiretti Torino lancia l’allarme: a rischio l’export agroalimentare locale

Dazi Usa, Coldiretti Torino lancia l’allarme: a rischio l’export agroalimentare locale
L’annuncio del presidente statunitense Donald Trump di imporre un dazio del 20% su tutti i prodotti agroalimentari europei, compresi quelli italiani, sta generando forti preoccupazioni anche tra gli agricoltori torinesi. A lanciare l’allarme è Coldiretti Torino, che evidenzia come il provvedimento rischi di compromettere non solo l’export, ma anche la fiducia costruita nel tempo con i consumatori americani.
“Negli ultimi anni una buona parte dei nostri produttori ha imparato a internazionalizzare – spiega Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino –. È stato un vero cambio di mentalità, promosso soprattutto dalle nuove generazioni di agricoltori, che oggi sanno vendere le eccellenze del territorio attraverso l’export e la vendita online. Una fetta significativa di queste esportazioni è assorbita proprio dal mercato statunitense, che rappresenta una vetrina strategica per i nostri prodotti”.
Secondo i dati di Coldiretti, oltre il 30% dei vini DOCG torinesi – tra cui Freisa, Carema ed Erbaluce spumante, ma anche i vini eroici del Pinerolese e della Valle di Susa – viene esportato negli Usa. A questi si aggiungono mele, pere e pesche pinerolesi, oltre a prodotti che fanno parte di filiere più lunghe come nocciole e latte, utilizzati dall’industria dolciaria nazionale che, a sua volta, esporta oltreoceano.
Per l’intero Piemonte, il valore dell’export agroalimentare verso gli Stati Uniti rappresenta circa il 13% del totale, con una crescita registrata nel 2024 del +3,5%, per un valore complessivo di oltre 4,1 miliardi di euro.
Proprio in queste ore, riferisce Coldiretti Torino, sono in corso intensi contatti tra produttori locali e importatori americani nel tentativo di condividere l’impatto del dazio e salvaguardare i rapporti commerciali. Ma si guarda anche oltre. «C’è chi sta già valutando alternative nei mercati asiatici e nei Paesi emergenti – sottolinea Mecca Cici –. Quello che non possiamo permetterci di perdere è la mentalità aperta all’internazionalizzazione. Chiudersi nel solo mercato italiano sarebbe un errore. Diversificare i mercati di riferimento è ormai vitale, e dobbiamo sostenere la vendita diretta delle aziende agricole attraverso strumenti digitali sempre più avanzati».
Coldiretti lancia anche un appello alla politica, a livello europeo e regionale, affinché non si aggiungano ulteriori ostacoli a un settore già messo alla prova. “È il momento della maturità, non della fretta – ammonisce il presidente di Coldiretti Torino –. Le guerre, anche quelle commerciali, non portano benefici. Servono sangue freddo e strategie concrete per rafforzare la presenza internazionale del nostro agroalimentare”.
Infine, l’organizzazione agricola chiede di non penalizzare ulteriormente l’agricoltura in un momento già così complesso. “Non si può continuare a colpire il nostro comparto – conclude Mecca Cici – attaccando la cultura del vino con etichette allarmistiche, imponendo costosi adeguamenti agli allevatori con il Piano per la qualità dell’aria, o favorendo il consumo di suolo agricolo per nuovi impianti fotovoltaici o infrastrutture. Sarebbe un accanimento contro un settore che, invece, rappresenta una risorsa vitale per l’economia e l’identità del nostro Paese”.