15/04/2016

Cronaca

Chivasso: per il crack della concessionaria Vasas, la Guardia di Finanza sequestra 232 automezzi

Chivasso

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Il Gip del tribunale di Ivrea, Alessandro Scialabba, ha firmato tre ordinanze di misure cautelari nei confronti di tre persone in relazione alla bancarotta fraudolenta della concessionaria automobilistica “Vasas” di Chivasso, società nota in tutto il Canavese. Per C.C. 58 anni è scattato l’obbligo di dimora e presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria anche per C.C di 53 anni e obbligo di dimora per C.A, di 49 anni.

La società, attiva da circa sessant’anni, nel territorio chivassese e canavesano, è al centro di un’accurata indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Ivrea Giuseppe Drammis, eseguita dagli agenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Torino che hanno compiuto una trentina di perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia. Tutto ha avuto inizio con il dissesto finanziario della concessionario che è esploso nel 2013. Ma è verso la fine di quell’anno, contestualmente con la cessione del 92% delle azioni societarie ad un prezzo pari all’1% del valore nominale per un ammontare di un milione di euro che si è verificato il crack finanziario,

In seguito al fallimento trenta dipendenti hanno perso il posto di lavoro. Le indagini hanno fatto emergere una graduale spogliazione della società Vasas per oltre due milioni di euro che è stata attuata, a giudizio degli inquirenti, anche facendo ricorso all’utilizzo di fatture relative a operazioni inesistenti.

Il 22 ottobre del 2014, la procura di Ivrea ha chiesto e ottenuto, la dichiarazione di fallimento per la concessionaria automobilistica a causa di uno stato di insolvenza per cinque milioni di euro. La procura eporediese ha indagato a vario titolo fino ad ora nove persone, alcune delle quali ricoprivano ruoli di rilievo nella società chivassese.

A tutela dei creditori, la Guardia di Finanza ha complessivamente sequestrato 232 veicoli di vario tipo, comprese alcune auto storiche, gran parte dei quali celermente ceduti ad acquirenti, spesso compiacenti, a prezzi notevolmente inferiori al reale valore di mercato, il cui incasso, secondo le indagini, non era a vantaggio della società, ma degli artefici del sistema di progressiva spoliazione della Vasas.

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