Chivasso: 74enne muore in pronto soccorso e muore. Il Nursind: “Operatori sanitari vittime e non colpevoli”

12/01/2023

Cade dal lettino barella e, dopo non aver più ripreso conoscenza, è deceduta. E’ accaduto nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 gennaio nella sala di degenza del pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso. A perdere la vita è stata una pensionata di 74 anni anni, residente a Settimo Torinese, affetta da una patologia oncologica. La procura di Ivrea ha aperto un fascicolo contro ignoti per appurare eventuale responsabilità in relazione al drammatico episodio.

Per intanto, sulla delicata vicenda interviene Francesco Coppolella, segretario regionale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche: “Quello che sappiamo e che la notte tra il 2 e il 3 gennaio nel pronto soccorso di Chivasso è stato uno dei tanti turni critici, come tanti altri nei pronto soccorso torinesi che da mesi segnaliamo – afferma -. Quasi 100 pazienti, tutti da sorvegliare, 37 nella sala emergenza dove già 15 risultano essere tanti. Corridoi pieni di barelle che sono terminate come anche i punti ossigeno, tanto da utilizzare le bombole da monitorare costantemente. Tutti pazienti da assistere e sorvegliare, tutto da monitorare da un numero di personale inadeguato per il numero e il tipo di pazienti presenti, spazi esauriti. Ovviamente il tutto segnalato come sempre”.

Come si può pretendere che si possa assistere , monitorare, vigilare in un campo di battaglia? si chiede Francesco Coppolella che rammenta come, a fine agosto del 2022 il Nursind avesse inoltrato un esposto alla procura della Repubblica che evidenziava e documentava i rischi che i pazienti correvano nei pronto soccorso e di come la situazione potesse peggiorare.

“Nessuno purtroppo ha sentito la necessità di intervenire a tutela dei cittadini ma anche degli operatori che sono diventate le vittime di questo sistema, chiamati poi a risponderne oltre che a prendersi insulti, subire aggressioni e leggere commenti sui social che fanno male. Come dar torto ai tanti che si stanno licenziando? Vittime e non colpevoli, lo abbiamo detto più volte.
Tutto questo, nonostante i numerosi appelli alla politica, alle direzioni delle aziende sanitarie regionali e la continua denuncia che ha ampiamente documentato in quale condizioni siamo chiamati ad operare”.

Francesco Coppolella rimarca come non sia la prima volta che infermieri ed operatori sanitari si troveranno a dover rispondere mentre a rispondere dovrebbe essere qualcun altro. A suo giudizio è necessario chiedere ai direttori generali se i pronto soccorso sono luoghi. “Se la risposta è no allora qualcuno dovrebbe chiederne conto. La questione economica poco c’entra, non c’è incentivo che tenga che possa ripagare la serenità e la tranquillità di un professionista che vuole lavorare dignitosamente, serenamente e soprattutto in sicurezza perché c’è di mezzo la vita delle persone. Chiediamo nuovamente che si intervenga seriamente, concretamente con urgenza e immediatezza. Riteniamo essere giunto il momento di proclamare un vero stato di emergenza. In mancanza di ciò non esiteremo a mobilitarci”.

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