22/12/2022
Economia
Le aziende del Canavese guardano con fiducia al 2023, anche in un contesto economico difficile
Ivrea
/Le aspettative degli imprenditori del Canavese per il primo trimestre del 2023 sono moderatamente positive e migliori in media di quelli raccolti a livello regionale; i dati raccolti dimostrano che gli imprenditori del territorio continuano a tenere il passo, anche se restano forti le preoccupazioni sulla nostra economia dovute in particolare ad alcuni fattori, tra cui il drastico aumento in questo ultimo anno del costo dell’energia, quello dei trasporti e delle materie prime e il conflitto in Ucraina. In particolare, la crescita dei costi energetici ha un impatto rilevante in Canavese, che ha un sistema produttivo basato su diverse produzioni energivore, come lo stampaggio a caldo dell’acciaio ed i trattamenti termini e superficiali.
In sintesi, le previsioni canavesane per il Trimestre gennaio-marzo 2023 restano positive per la Produzione e soprattutto i nuovi ordini. Sono negativi, invece, i dati per Ordini Export e Redditività, anche se in miglioramento rispetto al trimestre precedente. Una rilevante crescita si registra per le previsioni sull’Occupazione, probabilmente per l’avvio di nuovi inserimenti lavorativi con l’inizio dell’anno, a cui si accompagna un basso ricorso al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni.
Di rilievo i dati sugli investimenti per i prossimi 12 mesi con oltre il 40% delle imprese che li prevedono per ampliamento e poco meno di metà solo per sostituzione. Materie prime, energie e trasporti sono ancora previsti con prezzi in crescita, ma con un trend finalmente in rallentamento. I tempi di incasso, poi, diminuiscono e il grado attuale di utilizzazione degli impianti e delle risorse, invece, aumenta di qualche punto.
“Nonostante le tante criticità in atto, in Canavese si respira un clima di misurato ottimismo, segno che le imprese canavesane sono fortemente determinate a lasciare alle proprie spalle la drammatica fase economica che ha caratterizzato gli ultimi anni – afferma Paolo Conta, presidente di Confindustria Canavese – . I dati relativi al primo trimestre del 2023 sono promettenti, a dimostrazione del fatto che le imprese canavesane stanno mostrando grande forza di carattere e la chiara volontà di superare questo difficile periodo e i rilevanti ed accelerati cambiamenti che lo contraddistinguono”.
Passando ai dati regionali, nel complesso l’indagine relativa alle aziende del Piemonte, che raccoglie le valutazioni di quasi 1.100 imprese, registra un clima di attesa improntato alla cautela. Si assestano gli aumenti dei prezzi in atto da oltre un anno: scende dal 77,7% al 56,1% il numero di aziende che prevede aumenti nei prezzi delle commodity, cala dal 91,9% al 66,6% chi si aspetta aumenti energetici, scende dall’82,8% al 61,2% chi teme per aumenti dei costi di logistica e trasporti.
Per quanto riguarda la produzione il 19,8% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 15,8% che si attende una diminuzione, con un saldo positivo che sale al 4,0% (era al 2,1% a settembre). Il 17,8% prevede un aumento dell’occupazione, contro il 7,9% che ne prevede la riduzione, qui il saldo è stabile a +9,9% (era 9,8% nella scorsa rilevazione). Per gli ordinativi il saldo è +1,4%, in aumento di 2 punti percentuali, e ciò si riflette anche sulle attese per l’export con un negativo di -2,1%. Leggero rialzo per gli investimenti, che interessano il 27,0% delle rispondenti dal 25,7% di settembre, stabile il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’8,3% delle imprese, un valore fisiologico. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%), un valore storicamente alto. Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), ancora ottimiste sui livelli produttivi (saldo +8,1%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo del +2,4%.
“Per il 2023 l’analisi congiunturale presenta il sistema impresa Piemonte con indicatori in linea con i trend di quest’anno, questo anche grazie alla grande eterogeneità delle produzioni e dei settori in cui operano le nostre aziende. Anche l’industria del turismo sembra aver ripreso i trend pre-pandemia. Le incertezze e possibili criticità restano, davanti a noi c’è soprattutto un’occasione per accelerare la trasformazione e le transizioni nella nostra industria. Ciò avverrà se l’utilizzo dei fondi del Pnrr e della programmazione 2021-2027 nei prossimi mesi sarà rapido ed efficace, e riuscirà a coinvolgere al massimo il tessuto produttivo piemontese, con un’attenzione particolare alla formazione e all’aggiornamento continuo per studenti, imprese e lavoratori. È una visione strategica di grande concretezza, che deve essere al centro di una sinergia determinate tra pubblico e privato. Solo così riusciremo a dare un’attenzione strutturale al mondo produttivo ma anche alla tenuta della coesione sociale, perché sono crescenti le difficoltà e le insicurezze che le famiglie stanno affrontando” commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.
A livello territoriale, Torino, Asti, Canavese e Novara hanno previsioni ottimistiche, con saldi rispettivamente del +13,5%, +10,7%, +7,4% e +3,7%. Alessandria e Cuneo tornano in territorio positivo a +12,2% e +2,0%. Negative restano invece Verbania, Vercelli e Biella con saldi rispettivamente di -14,3%, -9,6% e -5,8%. Nel manifatturiero, si conferma la frenata già registrata a settembre. I saldi ottimisti-pessimisti per ordini e produzione sono pari a -4,5% e -1,9% (erano -4,6% e -1,8% a settembre). Anche l’export registra un saldo negativo (-2,3%), ma in recupero rispetto a quello totalizzato per questo trimestre (-5,7%). Ancora relativamente positiva, invece, l’occupazione, con un saldo che resta a +7,7%, stabile rispetto alla scorsa rilevazione. Bene gli investimenti, che interessano il 28,3% delle aziende, in salita rispetto al 26,4 di settembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (78%) e il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 10,8% delle imprese. Nei servizi il clima di fiducia migliora rispetto a settembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 17,9% (era 12,1% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +15,7% (da +9,9%), quello sull’occupazione è pari +15,1%. Gli investimenti restano sostanzialmente stabili (24%), così come il ricorso alla CIG (2,3%). Resta alto il tasso di utilizzo delle risorse (85,1%). Positivi i servizi alle imprese (+30,0%), ICT (+27,0%), trasporti (+17,2%), utility (16,7%), ripartono commercio e turismo (+10,9%) e altri servizi (+8,0%).
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