31/01/2021
Economia
In Italia un lavoratore su due ha competenze obsolete e in 13 milioni non hanno il diploma
Sono tanti gli italiani che non hanno conseguito un diploma di scuola superiore. Troppi. Quasi 13 milioni. È una fotografia impietosa quella che i dati raccolti dall’Inapp, l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche, anticipate dal Sole 24 ore. E tutti e 13 milioni di italiani posseggono a malapena il diploma di terza media. Gli italiani con una bassa istruzione sono il 20% degli adulti europei. Lo studio Inapp evidenzia un altro elemento: le competenze obsolete e la necessità di una decisiva riqualificazione dei lavoratori. Su quest’ultimo aspetto un nutrito gruppo di esperti che operano in diversi settori ha sottoscritto un appello con l’obiettivo di fare in modo che il “Recovery Plan”, che costituisce una irripetibile occasione di rilancio economico per l’Italia, destini una parte delle risorse alla formazione continua dei lavoratori, non solo per affrontare il gap di competenze a sostegno dell’occupazione, ma anche per garantire la modernizzazione della Pa, la digitalizzazione dell’economia e il sistema di istruzione scolastica.
E c’è da dire, in merito al fatto che moltissimi italiani ha possiede un diploma che nel nostro Paese il fenomeno della dispersione scolastica ha assunto dimensioni preoccupanti.
La necessità di stare al passo con l’innovazione tecnologica è fondamentale in un sistema imprenditoriale che punta ad essere competitivo con un feroce mercato internazionale. E cosa sa non sottovalutare, nel contesto dell’inadeguatezza dei lavoratori, anche quan do questi hanno conseguito una laurea si riscontrano “scarse capacità digitali, di alfabetizzazione e di calcolo”.
Per tutti questi motivi, l’Italia dovrebbe puntare con forza a investire parte delle risorse del Recovery Plan sulla formazione continua (oggi praticata soltanto dal 25% dei dipendenti). Non solo per affrontare il divario di competenze a sostegno dell’occupazione, ma anche per garantire la modernizzazione della Pa, la digitalizzazione dell’economia e il sistema di istruzione scolastica.
Sul quotidiano di economia e Finanza è stato pubblicato “L’appello sottoscritto da esperti appartenenti a diversi enti, tra cui Antonio Ranieri (Cedefop, Centro europeo per la formazione professionale), Sebastiano Fadda (Inapp), Giovanni Biondi (Indire), Giorgio Sbrissa (Evta, European Vocational Training Association), in una lettera aperta, pubblica da stamane, a istituzioni e politica con lo scopo “di non sprecare l’occasione” e realizzare “entro il 2025 l’obiettivo Europeo del 50% di adulti che partecipano in attività formative almeno una volta ogni 12 mesi”.
“Lo abbiamo imparato anche da questa crisi – è scritto nella lettera appello – reagire all’emergenza e costruire soluzioni sostenibili per il futuro richiede capacità e risorse propriamente umane e in primo luogo tutte le competenze – di base, trasversali, sociali, scientifiche e imprenditoriali – necessarie per affrontare l’incertezza e creare opportunità dalle nuove tecnologie, dall’allargamento degli scambi internazionali, così come dal vasto patrimonio di beni culturali e naturali di cui l’Italia dispone”.
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