03/11/2020

Cronaca

Covid, gli assegni di cura dei non autosufficienti non saranno messi in discussione

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“I diritti acquisiti dai piemontesi che beneficiano degli assegni di cura non verranno in alcun modo messi in discussione”: a garantirlo è stata l’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino nel corso dell’informativa resa durante la seduta della Commissione Sanità del Consiglio regionale.

L’assessore, rilevando la necessità di approvare in tempi brevi il provvedimento che recepisce le disposizioni del Dpcm del 21 novembre 2019 per ottenere dal Ministero delle Politiche sociali la quota spettante del Fondo nazionale per la non autosufficienza, ha anche reso noto che “dopo numerosi confronti con i soggetti che si occupano di invalidità, verrà istituito un tavolo di lavoro con l’Assessorato alla Sanità per affrontare congiuntamente i temi legati alla domiciliarità”.

Sintetizzando i dati del monitoraggio sull’erogazione degli assegni di cura, Caucino ha comunicato che nel 2019 sono state circa 25mila le persone non autosufficienti che hanno usufruito di interventi finanziati dal Fondo nazionale e che l’importo medio, ad eccezione di Torino che rappresenta un caso a sé, è stato di 444 euro mensili per i gravissimi e 367 euro per i gravi, per un importo totale pari a 70,5. Le previsioni per il 2020 sono di 77,5 milioni e con l’adeguamento al Dpcm il Piemonte potrà contare su circa 90 milioni di euro, che consentiranno di aumentare il valore medio degli assegni mensili a 500 euro e a incrementare leggermente il numero di chi potrà beneficiarne.

“Il confronto con i principali attori del mondo della non autosufficienza, ovvero Autonomie locali, enti gestori, rappresentanze delle categorie e organizzazioni sindacali, ha consentito – ha infine puntualizzato l’assessore – di trasformare il piano precedente in un provvedimento di recepimento del Dpcm del 21 novembre 2019, in modo da poter procedere a tappe forzate per ottenere dal Ministero con sollecitudine l’erogazione del saldo 2019, 23 milioni che costituiscono la metà delle risorse destinate al Piemonte. Solo in tal modo sarà possibile garantire la continuità dei progetti già instaurati”.

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