20/10/2020

Sanità

Coronavirus, il sindacato Nursind denuncia: “Mancano infermieri per affrontare l’emergenza”

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Il sistema sanitario piemontese è a un passo dal collasso. Le assunzioni avvengono con il contagocce con inevitabili ripercussioni sull’assistenza dei pazienti, oggi più che mai con la ripresa della pandemia di Coronavirus. A segnalarlo è il Nursind il sindacato delle professioni infermieristiche. “La differenza del numero di personale infermieristico dal 31.12.2019 prima dell’arrivo dell’emergenza, al 30.09.2020 non è quella che avrebbe dovuto essere per farci trovare pronti – dichiara Giuseppe Summa, segretario del Nursind Torino. L’analisi dei dati, da noi richiesti, rappresentativi di ben cinque aziende torinesi mostrano un quadro insufficiente a dare risposte alle necessità attuali e denotano gravi carenze”.

ASSUNTI SOLTANTO 55 INFERMIERI IN PIU’

Numeri veramente esigui per affrontare ciò che era prevedibile dovessimo affrontare per farci trovare pronti. Evidentemente le strigliate fatte da Icardi alle Aziende nel 2019 sui conti in rosso purtroppo hanno avuto il loro effetto. Per il periodo indicato, sono appena 55 gli infermieri in più assunti presso l’Asl città di Torino, di cui solo 2 assunti a tempo indeterminato.  Un’azienda che, come noto, gestisce il nuovo dipartimento interaziendale, il DIRIMEI. Un numero forse neanche sufficiente all’esecuzione dei tamponi. A tutto ciò dobbiamo aggiungere che la precarietà dei contratti e la loro breve durata sta portando a un aumento della mobilità di infermieri e altro personale verso altre regioni che garantiscono il tempo indeterminato”.

LE AZIENDE SANITARIE LOTTANO PER ASSICURARSI IL PERSONALE DI ALTRE ASL

“Inoltre, si sta scatenando una lotta tra le varie aziende Piemontesi per reclutare il più possibile personale, sottraendosi unità vicenda – spiega Giuseppe Summa -. A Torino si segnala anche una fuga dal pubblico verso alcune strutture private come il Gradenigo. Tornando ai numeri delle assunzioni invece, al San Luigi di Orbassano erano 506 gli infermieri a tempo indeterminato al 31.12.2019, mentre sono 498 al 30.09.2020 Al Mauriziano risultano essere 11 gli infermieri in più assunti a tempo indeterminato, ma sono 20 unità in meno rispetto al 2009 prima del piano di rientro regionale”.

“All’Asl To 5 sono 12 infermieri in più assunti a tempo indeterminato. Sono invece 45 gli infermieri in più all’Asl T03 assunti a tempo indeterminato, ma in realtà 38 di queste sono sostituzione contratti interinali. Appena un centinaio le assunzioni a tempo determinato nelle cinque aziende del Torinese. Numero insufficiente tenuto conto che in parte sopperiscono ai tagli degli anni precedenti, alle assenze dei lavoratori fragili e alle maternità che comunque continuano ad esistere. Ci chiediamo dove sono gli infermieri che dovevano occuparsi del territorio considerato che presto potremmo mandare a casa i malati meno gravi? Dove sono le 1000 unità che dovrebbero occuparsi dei 300 posti letto in più di terapia intensiva e 200 di subintensiva? E che fine ha fatto l’infermiere di famiglia che oggi viene utilizzato impropriamente a supporto delle USCA? Solo a Torino servirebbero 160 unità.  Dove sono gli infermieri che avrebbero dovuto garantire l’apertura dei nuovi reparti covid senza pregiudicare le altre prestazioni sanitarie come accaduto in primavera?”.

“Nei primi giorni di giugno la regione annunciava duemila assunzioni, -afferma Coppolella Coordinatore Nursind Piemonte- contestualmente annunciava più posti letto per farci trovare pronti. Qualche giorno fa la comunicazione da parte della Regione di aprire 20 posti letto per Presidio e riconvertire le sale operatorie in rianimazioni riducendo o bloccando nuovamente l’attività chirurgica d’elezione. Eppure, qualche settimana fa era stato chiesto alle aziende di recuperare gli interventi e le prestazioni non effettuate a marzo e aprile.

Ogni Presidio ospedaliero sta quindi aprendo nuovamente reparti covid o trasformando servizi destinati ad altre attività, spesso improvvisando e senza risorse. Inoltre, alcuni covid hospital come Carmagnola non sono mai partiti e i lavori per dividere i percorsi e creare nuovi reparti di terapia sub-intensiva e intensiva sono molto in ritardo. In alcune realtà abbiamo pazienti covid positivi ricoverati in rianimazioni di fortuna. Rispetto a marzo e aprile le criticità sono maggiori perché il numero dei passaggi in pronto soccorso è nuovamente aumentato e gli accessi impropri anche. A breve ci troveremo a dover far fronte all’ iperafflusso dell’influenza stagionale che si va ad aggiungere al problema covid.

È evidente che quasi nulla è stato fatto, come è altrettanto evidente che con il personale a disposizione non potranno essere garantiti tutti gli interventi necessari che la prima ondata ci ha insegnato essere indispensabili.

Tra maggio e settembre anziché fare concorsi a tempo indeterminato per sanitari o altri bandi a tempo determinato, si è pensato bene di fare due maxiconcorsi per personale amministrativo.

Insomma, su questa situazione critica sorprendono inoltre le dichiarazioni del dottor Picco: ‘Non ci si aspettava una seconda ondata di queste dimensioni’. Tutti noi potevamo sperare che questo non accadesse, ma chi occupa ruoli di responsabilità non può vivere di speranza. Adesso si recuperi il tempo perduto – conclude Coppolella. Assunzioni urgenti, attivazione di prestazioni aggiuntive e concorso a tempo indeterminato in tempi brevi”.

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