05/10/2020

Sanità

Coronavirus, i consiglieri Valle e Rossi (Pd): “In Piemonte pochi tamponi rispetto ad altre regioni”

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I tamponi effettuati in Piemonte? Sono insufficienti per evidenziare il reale quadro epidemiologico regionale. Ad affermarlo sono i consiglieri regionale Domenico Rossi e Daniele Valle del Partito democratico. Gli esponenti politici spiegano di aver aggregato i dati delle regioni e i dati emersi la scorsa settimana indicherebbero il Piemonte tra le regioni in cui l’epidemia si sta maggiormente diffondendo.

“Abbiamo aggregato i dati delle regioni della settimana appena trascorsa e nel confronto con le regioni Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, il Piemonte si piazza quarto con 1.185 casi in più. La Lombardia ne conta 1861, con una popolazione più che doppia. Seguono Veneto e Lazio con circa 1.600 casi, mentre alle spalle troviamo Toscana con 1013 e Emilia-Romagna con 895 – affermano Domenico Rossi e Daniele Valle -.  Ma l’aspetto più preoccupante è che questo dato sia così alto nonostante l’esiguo numero di tamponi effettuati questa settimana nella nostra regione. La Lombardia ne ha effettuati 118.716, il Veneto 98.099, il Lazio 76.030, l’Emilia-Romagna 64.010, la Toscana 51.100. Il Piemonte è fermo a 39.536, circa 5.500 al giorno. Eppure, la capacità dichiarata dalla giunta regionale sarebbe di 15.000 tamponi al giorno”.

I due consiglieri segnalano che il tempo di attesa tra la segnalazione del medico curante e l’esecuzione del tampone da parte delle Asl è in aumento. In alcuni casi si supera la settimana di attesa.

“È evidente che il sistema è già in affanno. Cosa succederà con l’arrivo dei virus influenzali e para-influenzali?  Il nostro sistema è già alla massima capacità di lavoro nonostante le rassicurazioni delle dichiarazioni ufficiali? Quanti positivi in più scopriremmo se facessimo un numero di tamponi almeno comparabile con le regioni di eguali dimensioni? – si chiedono -.  Più tamponi e maggiore celerità nella loro esecuzione servono per scoprire più positivi e porli in quarantena per evitare che il contagio si diffonda (testare + tracciare) e permettere così alle strutture ospedaliere di poter curare chi si aggrava (trattare)”.

“E’ la regola delle 3T: abbiamo capito da mesi che è l’unico modo per affrontare questa pandemia in attesa del vaccino e di cure adeguate – concludono -. Fallire oggi non è ammesso, perché a differenza di febbraio scorso, sappiamo cosa fare e abbiamo avuto tutto il tempo di preparare i nostri sistemi sanitari. Questa volta non ci saranno scusanti”.

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