21/05/2020

Sanità

Gli infermieri manifestano in piazza Castello: “Il Governo ci chiamava eroi e poi ci ha dimenticati”

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Nella mattinata di ieri mercoledì 20 maggio a Torino, in Piazza Castello, gli infermieri hanno manifestato per inviare un messaggio forte e chiaro alle istituzioni. Un’iniziativa per rappresentare e ricordare ciò che è stato perché dopo tanti elogi e promesse, tutti sembrano aver dimenticato gli eroi. Gli infermieri, gli Operatori socioassistenziali e il resto del personale sanitario, sono stati l’unica vera prima linea in questa emergenza e lo sono ancora. I 23mila infermieri piemontesi rappresentano oltre il 60% del personale sanitario, sono quelli dell’assistenza diretta, quelli che hanno permesso di gestire con tutte le difficoltà e le criticità questa emergenza. E non è un caso che oltre il 45% del personale sanitario contagiato è rappresentato da personale infermieristico.

“Abbiamo pagato un prezzo altissimo cha ha visto tra le fila della categoria più numerosa e significativa del sistema sanitario, morti, ricoverati e ammalati su tutto il territorio nazionale – commenta Francesco Coppolella, segretario regionale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche -. Cicatrici e ferite che difficilmente potranno essere rimarginate. Gli infermieri sono quelli le cui competenze saranno messe in campo per dare una risposta ai bisogni di salute dei cittadini sia in ospedale ma soprattutto sul territorio e a domicilio dopo anni di tagli dei precedenti governi regionali”. Il funzionario sindacale spiega che gli infermieri hanno manifestato non solo per ricordare ciò che è stato, ma anche per chiedere il giusto risarcimento anche se appare chiaro che nessun bonus e nessuna premialità potranno curare le ferite non solo fisiche ma anche psicologiche. Ma si tratterebbe almeno di un segnale di rispetto per i tanti sacrifici compiuti e per la memoria degli operatori sanitari che nella lotta contro il Coronavirus hanno perso la vita.

“Il Governo italiano dopo tante promesse di riconoscimento, sin dalla prima ora, sembra quasi aver dimenticato e di quelle dichiarazioni che parlavano addirittura di revisioni strutturali degli stipendi degli infermieri che ricordiamo essere i più bassi in Europa non c’è neanche l’ombra. E nulla ancora si sa di quel bonus o premialità nazionali che solo qualche settimana fa pareva dovessero arrivare con certezza – spiega Coppolella -.  Siamo lieti che la Giunta Regionale del Piemonte abbia stanziato ulteriori 37 milioni per finanziare una premialità al personale della prima linea che riconosca il rischio e il disagio di questi lunghi due mesi. Ringraziamo il presidente della Giunta Regionale Alberto Cirio per averci ricevuto ed aver ascoltato con attenzione le nostre rivendicazioni”.

Al termine dell’incontro che ha avuto luogo negli uffici del Palazzo della Regione, il presidente Alberto Cirio ha dato la sua piena disponibilità quale interlocutore sui grandi temi. E ha chiesto all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi di fissare subito un incontro con la direzione regionale della Sanità e il Nursind con l’obiettivo di garantire un tavolo di discussione e confronto costante relativamente alle nostre proposte per l’erogazione dei fondi destinati alla premialità del personale.

L’organizzazione sindacale ha inoltre chiesto al Governatore del Piemonte il massimo impegno per accelerare la trattativa e quindi l’erogazione dei fondi destinati. Abbiamo chiesto la massima garanzia di tutelare e valorizzare il lavoro svolto dal personale della prima linea in questi due mesi. Abbiamo chiesto di riconoscere il lavoro dell’assistenza diretta, della presa in carico e della continuità assistenziale.

“Abbiamo inoltre chiesto l’impegno di intercedere insieme ad altri presidenti di Regione presso il governo nazionale affinché agli infermieri possa essere riconosciuto il valore del lavoro svolto ieri, oggi e domani – conclude il segretario regionale del Nursind -. Abbiamo ricevuto disponibilità di un impegno dei punti trattati. Noi, intanto continueremo a lavorare con sacrificio e abnegazione come abbiamo sempre fatto”.

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