Coronavirus, il coro dei sindaci canavesani: “Abbandonati dal Governo senza nessun sostegno”

29/04/2020

Era arrivato forte e chiaro già ad inizio mese di aprile il grido di allarme dei Comuni al Governo, attraverso la presa di posizione netta dell’Anci, con il presidente e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Ma da allora poco è cambiato e in Piemonte, le voci dei singoli Comuni, tramite il coordinamento Enti Locali della Lega, si sono unite in una campagna mediatica che sta diventando un grande coro.

“I Comuni chiedono sostegno – commenta Andrea Cane, Responsabile Enti Locali della Lega Salvini Piemonte – poiché, oggi più che mai, è stato tolto ogni spazio di manovra, ogni possibilità di dare risposte vere, concrete e fattive a livello locale. Lo Stato continua ad alleggerire le tasche delle imprese e dei cittadini, mentre ai Comuni vengono trasferiti gli spiccioli, nonostante la grande responsabilità riversata sulle periferie amministrative, enfatizzata dalla gravità della congiuntura sanitaria. I sindaci sono diventati la prima linea di gestione dell’emergenza Covid, i quali hanno doveri enormi e autorità solo di facciata, fanno da passacarte al Governo senza poter fare niente per i loro abitanti, personalmente ho passato ore al telefono o in videoconferenza con loro e le parole sono sempre le stesse: nessuna risorsa economica, poche regole e tantissime incombenze. I sindaci devono emettere ordinanze che riguardano temi delicati come la quarantena o le aperture delle aree mercatali, si susseguono ogni giorno riunioni interne oppure con la Protezione civile, con la Polizia municipale con le associazioni di volontariato per creare una rete di supporto laddove lo Stato non arriva più. Tutto è a carico dei Comuni: i buoni spesa, l’ordine pubblico, la distribuzione delle mascherine, i panieri, le decisioni rispetto a spostamenti per la spesa quando il paese è piccolo.

E sono i telefoni dei sindaci che garantiscono il sostegno psicologico ai singoli, le informazioni alla cittadinanza e la privacy ai positivi e alle loro famiglie: infatti chi non sa come pagare tasse e bollette va in Comune, chi viene raggiunto da informazioni social o anticipazioni dai media di ordinanze regionali e decreti governativi contorti chiama i rappresentanti dell’istituzione più vicina. “A questo si aggiungono, spessissimo purtroppo, le attività emergenziali primarie nella pandemia, legate alle attivazioni dei COC, i Centri Operativi Comunali, che affrontano problematiche ben lontane dall’ordinario di un amministratore locale. I Comuni e i Sindaci piemontesi con i loro collaboratori, assessori e consiglieri – conclude Andrea Cane – hanno dimostrato alto senso di responsabilità: se vogliamo fare qualcosa per l’Italia dobbiamo iniziare da chi la conosce; l’abbandono del Governo è un fatto grave, che va portato all’attenzione di tutti, personalmente farò il possibile perché la mascherina dei nostri rappresentanti sul territorio non diventi mai un bavaglio”.

Agostino Blanc, sindaco di Quassolo, è più che critico nel giudicare l’operato nel Governo nella lunga fase dell’emergenza epidemiologica: “I Comuni d’Italia sono stati ‘abbandonati dal Governo’; un Governo che promette ma poi non mantiene, solamente tanta confusione, ma chi dovrebbe avere delle risposte certe da poter dare ai propri concittadini è da settimane lasciato impotente alla deriva. Sono i sindaci che hanno un rapporto diretto e costante con i problemi delle persone e dei territori, ma siamo stati completamente lasciati soli da chi ci governa a Roma”.

Vittorio Bellone, Sindaco di Favria, rivendica il gran lavoro svolto da chi sta contrastando l’avanzata del Coronavirus sul territorio: “Solo chi è in prima linea può veramente comprendere il lavoro che è stato fatto e si sta facendo sotto tutti i punti di vista nei paesi di piccole e medie dimensioni. Hanno poco da parlare i Comuni grandi con decine di funzionari e centinaia di dipendenti. Noi sindaci oltre che adempiere alle incombenze burocratiche quotidiane, siamo diventati ufficio “interpretazioni”, psicologi, esperti nel campo della raccolta rifiuti speciali, parroci, addetti Caritas, consulenti commerciali, bancari, postali, pratiche auto e chi più ne ha più ne metta! Il tutto per un lavoro che ci impegna una media di 18 ore al giorno quando va bene. Non siamo stati solo abbandonati, per qualcuno non siamo proprio mai esistiti, tranne che per i nostri concittadini che ogni giorno serviamo come umili soldati al fronte”.

A concludere gli interventi dei sindaci del territorio alto canavesano è Igor De Santis, Sindaco del Comune Canavesano più piccolo in termini di residenti: “Anche se per fortuna in tutta la Val Soana non ci sono stati casi di contagio, a Ingria non possiamo certo dire di stare meglio a livello di rapporti con il Governo. Purtroppo momenti come questo dovrebbero essere proprio quelli dove si dovrebbe sentire più alto il senso di vicinanza della Repubblica con i territori e invece ci siamo sentiti ancora più isolati, nel vero senso della parola. Abbiamo dovuto quindi organizzarci autonomamente sia per l’approvvigionamento delle mascherine per tutti i cittadini, che sono poi arrivate per tutta la Valle grazie all’interessamento della Regione, sia per gestire tutti i casi di necessità che si sono venuti a creare”.

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