10/03/2020
Cronaca
L’Italia “zona protetta” per 55 milioni di abitanti. Il contagio si ferma se si evitano i contatti
Il Governo ha deciso dopo le consultazioni con le foze politiche di opposizione: l’Italia diventa un’unica “zona protetta” popolata da circa 55 milioni di abitanti. Lo ha annunciato nella serata di oggi, lunedì 9 marzo, nel corso di una conferenza stampa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Da domattina ci si potrà spostare dal proprio comune di residenza per comprovate motovazioni: ragioni di lavoro, casi di necessità o per motivi di salute, vietati gli assembramenti nei locali pubblici e supermercati chiusi nel fine settimana. Il contagio si ferma se si evita il contatto tra le persone.
Una decisione favorevolmente accolta anche dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: “Evitare ogni spostamento ingiustificato significa che esco di casa soltanto per andare a lavorare o per qualsiasi situazione di emergenza o necessità. Il che significa che l’economia non si ferma, il lavoro non si ferma. E’ giusto se uno si muove per andare a lavorare, in azienda, in fabbrica, ad aprire il negozio, perché fa l’artigiano e deve andare col suo furgone o fa il camionista e deve consegnare le merci. Su questo non c’è nessuna limitazione. Si ferma il resto. Se pensavo di uscire di casa per svago, finché l’emergenza non sarà rientrata non si fa più e queste è una regola che dobbiamo imparare. So che è un disagio, ma lo facciamo per salvare la vita di tante persone, soprattutto delle persone anziane, che sono le più vulnerabili. Glielo dobbiamo e credo che possiamo cambiare le abitudini della nostra vita per qualche giorno o qualche settimana per difendere l’integrità e la salute di persone a cui dobbiamo non solo la nostra vita, ma dobbiamo tanto perché l’Italia l’hanno fatta loro”.
Il presidente Alberto Cirio afferma che “senso di responsabilità è stare a casa, perché il contagio lo fermiamo se evitiamo i contatti con le persone. Questo il Governo lo ha condiviso con noi e ringrazio il presidente Conte perché lo ha fatto in fretta. Le misure del Governo che differenziavano l’Italia in due, la differenziazione fra le province piemontesi, che dal primo giorno avevamo trovato ingiustificata, da stasera non esiste più perché oggi tutte le Regioni d’Italia hanno chiesto una misura unica e uguale per tutti in tutto il Paese. Perché noi questo contagio lo vinciamo soltanto se la gente rimane a casa. E la gente rimane a casa solo se le regole sono uguali per tutti, perché se non lo sono, purtroppo, mi spiace dirlo, il senso di responsabilità di tante persone fa sì che queste si spostano a seconda dei divieti, a seconda delle strutture che aprono e che chiudono. Vengono a sciare in Piemonte perché hanno chiuso in Val d’Aosta, si spostano in Liguria dove hanno la seconda casa perché abitano in Lombardia dove ci sono le restrizioni. Spostarsi in questo modo non è senso di responsabilità”.
Finalmente, regole uguali per tutta Italia. Da domani cambia un po’ la nostra vita, ma ricordiamoci che lo facciamo per difendere le persone a cui dobbiamo di più, che sono i nostri cari – commenta il presidente della Regione: “Da domani inizieremo a vivere sulla base di questo nuovo regime di regole, che dobbiamo adottare per il nostro bene e la nostra salute e che dobbiamo rispettare non solo perché c’è una sanzione se non lo facciamo, ma perché sono regole salvavita”.
“Vedere in questi giorni certe stazioni sciistiche o certe spiagge piene di gente, come se nulla fosse, mi ha fatto stare male – aggiunge Cirio – perché mi ha dato la consapevolezza di come, sempre di più, se noi questa battaglia non la combattiamo impegnandoci ciascuno per la propria parte e convincendoci che questa è l’unica strada per uscire da questa crisi, non ne usciremo se non fra molto tempo e pagando prezzi salatissimi”.
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