08/01/2020
Cronaca
Scontrino elettronico, l’Uncem chiede una proroga: “I negozi montani rischiano la chiusura”
L’Uncem ha fatto pervenire al Governo, qualche ora fa, una richiesta di proroga per l’introduzione dell’obbligo di scontrino elettronico per i negozi dei Comuni montani italiani. Diversi i motivi che il Presidente Marco Bussone ha precisato al presidente Conte e al Governo che si appresta a varare il “Milleproroghe”, ideale articolato dove inserire il rinvio dell’applicazione della nuova incombenza per gli esercenti.
“Intanto perché doveva arrivare già mesi fa un decreto, mai scritto, relativo ai Comuni che per due anni sarebbero stati esclusi dall’imposizione di scontrino elettronico – sottolinea Bussone – Non è mai arrivato. Avrebbe permesso di bypassare il secondo scoglio che ci viene evidenziato da tutti i Sindaci e da molti esercenti. Il divario digitale è ancora un emergenza per i territori montani e le aree interne del Paese. Ne parleremo il 31 gennaio 2020 agli Stati generali della Montagna, luogo importante di elaborazione”.
Il presidente dell’Uncem rimarca che il Piano banda ultralarga è in ritardo di attuazione di quasi due anni. A farne le spese sono appunto, a suo giudizio, Comuni e imprese delle Alpi e degli Appennini oltre che delle zone interne delle isole. Lo scontrino elettronico e i nuovi apparecchi hanno senso solo se vi è connettività adeguata, certa, di buona qualità. “Se manca questa, oppure l’energia elettrica come abbiamo visto recentemente a causa delle nevicate, Governo e Parlamento abbiano il coraggio di dare una proroga per i territori montani dichiara Marco Bussone in una articolata nota stampa -. Non mettiamo ulteriormente in crisi un sistema di esercenti già in ginocchio a causa di burocrazia e fragilità causa e conseguenza di una forte desertificazione mai fermata. Duecento Comuni italiani non hanno un negozio e un bar. Cinquecento, con meno di tre, sono a rischio. Mi sembrano dati che debbano spingere a un’acuta riflessione. Positivi i contributi per commercio e imprese in legge di bilancio per le aree interne, così come le Zone economiche ambientali nelle aree dei parchi naturali. Facciamo decollare questi e altri provvedimenti. Ma stoppiamo burocrazie e incombenze nuove in particolare legate alla digitalizzazione.
Tutti sanno quanto Uncem creda nei processi di innovazione. Ma fino a quando questi non sono pienamente avviati e completati, fino a quando restano come oggi sulla carta, non obblighiamo chi vive e fa impresa, anche con ricadute sociali, nei territori montani, a nuovi obblighi che non sarebbe comunque in grado di adempiere, rischiando multe e anche di mettere in dubbio il proprio futuro”.
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