06/01/2020

Cronaca

E’ Melissa Bertaina la Bela Tolera del Carnevale di Chivasso. Al suo fianco l’Abbà Ugo Novo

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È la giovanissima Melissa Bertaina, di professione dentista e collaboratrice di un noto settimanale locale, la Bela Tolera del Carnevale 2020. Ad affiancarla sarà l’Abbà Ugo Novo, idraulico di Caluso nato a Casabianca di Verolengo. Della Corte fanno parte i due paggetti di Piervanni Mortarotti (Angelica Bassan e Ludovico Mortarotti) nipoti dell’imprenditore che trent’anni fa a vestito i panni dell’Abbà, le dame Vittoria Eugenia Lualdi, Elena Cena, Sonia Deambrogio e Alice Lamberta e gli alfieri Riccardo Favaro, Christian Ferla, Dabio Sartore e Diego Bulgari. Dopo la presentazione ufficiale eche ha avuto luogo alle 10,30 di lunedì 6 gennaio nella suggestiva cornice del teatrino civico i personaggi carnevaleschi si sono affacciati dal balcone, sulle note di “Cimpa Tolera” eseguita dalla Filarmonica Città di Chivasso, di Palazzo Santa Chiara, sede del municipio, di fronte a una folata folla plaudente. La grande manifestazione che si concluderà con il Gran Carnevalone è organizzata dalla Pro loco Chivasso L’Agricola guidata dal presidente Davide Chiolerio.

Il Carnevale di Chivasso e le sue tradizioni affondano le proprie radici a quasi 600 anni or sono. Si tratta di uno degli eventi carnevaleschi più antichi d’Italia. Il Carnevale riveste un significato storico collegato alla figura dell’Abbà, personaggio maschile che, nel XIV secolo, a capo di una Confraternita di Buontemponi, ricorreva durante il periodo di Carnevale a tasse e balzelli dei più svariati generi.

Nel 1434, quando il senso della misura venne oltrepassato, la Confraternita assunse connotazioni religiose e scelse come patrono San Sebastiano, in onore del quale venne eretta in Duomo una Cappella; l’Abbà divenne il mecenate della festa e come tale, oltre a distribuire dolciumi ed arance, godeva di alcune prerogative come quella di giudicare in merito a controversie fra chivassesi o liberare i carcerati.

Per molto tempo poi, nel corso dei secoli, le notizie di questo Carnevale ante litteram, si perdono, ma riferimenti più sicuri si ritrovano nel 1905 quando l’allora “Circolo di Agricoltura, Industria e Commercio”, nato nel 1862 e oggi denominato “L’Agricola” (l’attuale Pro Loco), decise di creare la figura della Bela Tolera, scegliendo una giovane ragazza, che attorniata da quattro damigelle, rappresentasse la città divenendo un simbolo, quale “Regina del Mercato”, del tessuto sociale ed economico chivassese.

Il nome trae origine dall’appellativo che ancora oggi contraddistingue i chivassesi: la Tola (latta, metallo in piemontese) era quella che fasciava la guglia del campanile del Duomo, prima che questa venisse abbattuta dai Francesi durante l’assedio del 1705, e che, baluginando sotto i raggi del sole, indicava agli abitanti delle colline circostanti la posizione della città. Alcuni, più malignamente, affermano che l’appellativo venne dato ai chivassesi per la loro spregiudicatezza ed abilità nel condurre gli affari durante il famoso mercato settimanale del mercoledì. Sta di fatto che il ruolo di Bela Tolera divenne ambìto a testimoniare l’amore che i chivassesi nutrono per le tradizioni della propria città e ogni anno si procede, a cercare una fanciulla che rivesta i panni di un Personaggio ormai secolare.

Nel 1948 si decise di affiancare alla Bela Tolera un ruolo maschile e la scelta cadde sulla riproposizione della figura dell’Abbà, concertando che i Personaggi ed il loro seguito vestissero costumi ricalcanti fogge ottocentesche.  Un’evoluzione, in ordine di tempo, si ebbe nel 1951 quando le condizioni climatiche avverse non permisero lo svolgersi della tradizionale sfilata di Carnevale.
Il rimedio fu presto trovato: la sfilata fu rimandata alla prima domenica di Quaresima ed il Carnevale divenne Carnevalone, una manifestazione che ha conosciuto negli anni un’evoluzione ed un incremento così ampio da attirare e coinvolgere Carri allegorici, Maschere, Bande provenienti da tutta Europa per un pubblico eterogeneo, ma accomunato dal desiderio di vivere una giornata spensierata sotto una cascata di coriandoli e fiori multicolori.

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