29/07/2019
Sport
Ciclismo, Egan Bernal vince a sorpresa il “Tour de France”. E il Canavese acclama il suo campione
E’ partita quattro anni fa da Buasca, nel cuore del verde Canavese, l’ascesa del ciclista colombiano Egan Bernal, il canavesano d’adozione che ha vinto contro ogni pronosctico il prestigioso “Tour de France”. Una vittoria che ha riempito di orgoglio e di commozione l’intero Canavese e non soltanto i membri del fan club. Egan Bernal, 22 anni, tornerà in Italia nel prossimno mese di ottobre per ricevere la cittadinanza onorario dei comuni di Cuorgnè e San Colombano Belmonte. Tra i sostenitori più entusiqasti dello sposrtivo c’è anche Marco Bussone, il presidente dell’Uncem (l’Unione delle Comunità Montane).
“C’è il Canavese e tutta la montagna del Piemonte nelle gambe, nella testa e nel cuore di Egan Bernal che è salito sul gradino più alto del podio davanti all’Arc de Triomphe ai Campi Elisi. Le Tour parla colombiano e canavesano. Un’emozione grandissima per la nostra montagna, per chi la ama e la promuove. Nel giorno della tappa alpina a Vincenzo Nibali, Bernal sigilla il Tour e ha vissuto la giornata più bella. Noi con lui. Tutto il Canavese con lui. Pertusio, Rivarolo, Rivara, Cuorgné, Belmonte e le grandi salite delle Vali Orco e Soana, Alpette, la Cialma”.
Una grande vittoria in giallo, sostiene Bussone, che ha nomi e cognomi canavesani ben precisi. Prima di tutto gli amici del ristorante Buasca e Giovanni Ellena, un grande canavesano a bordo dell’ammiraglia Androni Giocattoli Sidermec assieme al maestro Gianni Savio. “E i nomi e cognomi di chi in Canavese gli vuole bene, che lo ha accolto e lo ha accompagnato anche nelle salite in bici prosegue -. Tutta la montagna piemontese, tutta l’Uncem li ringrazia e ringrazia Egan per le emozioni di questa storia di territorio. Il ciclismo è montagna, fatica, generosità e comunità. I nostri valori. Gioisco con i Sindaci e gli Amministratori dei paesi canavesani”.
La vittoria di Egan Bernal del Tour de France, l’arrivo in Canavese dalla Colombia, la sua forza, la crescita e la formazione in Italia confermano due grandi assi di lavoro che Uncem chiede da tempo a Federazioni sportive, alle Istituzioni e alla politica di seguire insieme. Il primo è relativo agli investimenti per portare il grande ciclismo, le grandi corse sui territori montani piemontesi e italiani. “Penso al Serrù – commenta Bussone – al Colle delle Finestre, al Sestriere, alle grandi tappe cuneesi, ma anche alla Cascata del Toce consacrato dall’ultimo grande Pantani, al Giro Donne nelle Valli di Lanzo e a molto altro che ancora arriverà. Penso a una Grande partenza del Tour de France dal Piemonte nei prossimi cinque anni. Da Torino, con Cuneo e le nostre montagne. È importante lavorarci con la Regione Piemonte”.
Secondo asse, quello della formazione dei giovani. Giovanni Ellena di Pertusio sta in ammiraglia e sa bene quanto è importante partire nella formazione delle nuove generazioni sulle due ruote.
“Dopo il Team Brunero di Ciriè – prosegue il presidente Uncem – abbiamo pochissimo sul Canavese. Ci mancano i vivai. La politica, le istituzioni devono investire. Treviso lo ha fatto sul suo nuovo velodromo coperto. A Torino, il motovelodromo è abbandonato penosamente. Non è ammissibile, nella regione di Coppi, Girardengo, Brunero e dell’ultimo grande vincitore di due Giri, il nolese Franco Balmamion. Uncem si occupa di Enti locali, ma anche di territorio, di benessere, di outdoor, di marketing territoriale. Nel ciclismo c’è tutto questo. Egan Bernal, canavesano d’adozione, ce lo conferma e ci spinge a lavorare con il sistema di Enti locali”.
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