
Frana di Quincinetto, l’Uncem polemizza: “A rendere sicura la A5 devono essere le concessionarie”

E’ l’immobilismo delle società concessionarie dell’A5 Torino-Aosta a preoccupare, e non poco, Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem sul tema della frana di Quincinetto che da ben sette an ni incombre sull’arteria stradale internazionale. “Anche dopo la riapertura dell’autostrada Torino-Aosta-Monte Bianco, i concessionari non hanno avanzato alcuna proposta di intervenire sul versante della frana di Quincinetto e sulle strade secondarie in accordo con Anas – ha dichiarato Marco Bussone-. I lavori devono essere a carico dei concessionari autostradali, della A5 che è tra le autostrade più care d’Italia”.
Ma le critiche non si fermano qui: il presidente nazionale dell’Uncem sottolinea il fatto che non risulta che i concessionari abbiano rimborsato i pedaggi a quanti sono rimasti bloccati nell’Eporediese e hanno forzatamente intasato la viabilità dei centri abitati. “È naturale che i Comuni siano arrabbiati. Anche noi lo siamo molto. Ma non si deve perdere questa occasione e non si deve sprecare quanto successo. Se tutto finisce con un tavolo in Prefettura, come molti altri, che induca poi la Regione a investire qualche milione di euro sul versante, abbiamo perso tutti. Non deve ancora una volta la collettività a pagare. A intervenire deve essere il concessionario, che da sempre ignora i territori attraversati dalle autostrade dalle quali incassa i pedaggi con enormi utili”.
Ma se Atene piange Sparta non ride: le società concessionarie non battono un colpo e né tantomeno lo fa il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Marco Bussone picchia sodo, convinto del fatto che a pagare i disservizi e i disagi non debbano essere e solo gli utenti: “Il ministero obblighi i concessionari a intervenire sulle reti secondarie delle strade dei territori e nelle situazioni più complesse come quella di Quincinetto. Il Mit ha la grande occasione di ascoltare il grido degli Amministratori locali e imporre ai concessionari nuove regole che ridefiniscano i rapporti anche con gli Enti locali, troppo spesso ignorati e anche presi in giro”.