07/11/2018

Cultura

Teatro Stabile di Torino: debuttano “La classe operaia va in Paradiso” e gli “Onesti della banda”

Torino

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Il Cartellone della Stagione del Teatro Stabile di Torino presenta questa settimana ben due spettacoli di rilievo: al Teatro Carignano ha debuttato martedì 6 novembre alle ore 19.30, “La classe operaia va in paradiso”, liberamente tratto dall’omonimo film di Elio Petri, mentre al Teatro Gobetti sempre martedì 6 novembre alle ore 19.30 è andato in scena, “Gli Onesti della Banda”, liberamente tratto dalla sceneggiatura de “La Banda degli Onesti” di Age e Scarpelli, nella “spericolata riscrittura” di Diego De Silva e Giuseppe Miale Di Mauro. Lo spettacolo sarà replicato fino a domenica 11 novembre con i seguenti orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.45; domenica, ore 15.30.

La “classe operaia va in paradiso”, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, è diretto da Claudio Longhi mentre Paolo Di Paolo, uno tra i maggiori romanzieri italiani, drammaturgo e scrittore, ne firma l’adattamento. Lo spettacolo è interpretato da Lino Guanciale nel ruolo che fu di Volontè, con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini. Lo spettacolo teatrale resterà in scena per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 18 novembre secondo i seguenti orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.45; domenica, ore 15.30. Lunedì riposo.

L‘omonimo film di Elio Petri, fu uno dei primi sulla condizione operaia e sui rapporti di potere tra questa, i datori di lavoro e i sindacati, nel periodo dei primi anni di piombo. Il film non ebbe fortuna in Italia dove accese un duro dibattito all’interno della sinistra, mettendone in discussione l’ideologica e la capacità di rappresentare il proletariato. Trovò invece fortuna al Festival di Cannes dove fu premiato nel 1972 con la Palma d’Oro come miglior film.

Ora, a quasi cinquant’anni dal debutto del film, “La classe operaia va in paradiso”  torna nel libero adattamento teatrale di Paolo Di Paolo con l’intento di far riflettere sull’attuale destino dell’Italia dal punto di vista, politico, sociale e culturale; scrive Longhi nelle note di regia: “Riattraversarne la vicenda con lo sguardo disilluso del nostro presente, a quasi dieci anni dall’ultima crisi economica mondiale, significa riflettere su quanto quell’affresco grottesco immaginato da Petri nel 1971 sia più o meno distante. Se dunque l’inferno umido e grasso della fabbrica cottimista dell’operaio Lulù Massa appare ben lontano dagli asettici e sterilizzati spazi industriali o dai lindi uffici dei precari odierni, lo stesso non è del ritmo ossessionante e costrittivo di una quotidianità, allora e ancora oggi, alienata”.

Lo spettacolo è anche un viaggio nella memoria collettiva, sociale e letteraria, una ricostruzione dell’Italia di quel periodo.
(A.L.)

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