12/08/2017

Cronaca

Caselle, grazie al governo è giustizia per Mauro Esposito, l’uomo che denunciò la ‘ndrangheta

Caselle

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Non è stata una battaglia facile da vincere ma alla fine l’architetto Mauro Esposito, titolare di uno studio di ingegneria la M.E. srl di Caselle Torinese, l’ha spuntata contro una legge emanata dal governo fascista nel 1939 e che proibiva, in ossequio alle leggi anti-giudaiche, alle società di ingegneria di lavorare per i privati. La legge era stata in realtà abrogata dal governo Bersani nel 2007 ma non sono mai stati varati i decreti attuativi per cui il provvedimento legislativo era del tutto inefficace. Con l’approvazione anche in Senato del decreto legge sulla concorrenza, grazie allo scalpore mediatico sollevato dalla vicenda di Mauro Esposito che di quella legge fascista è stato una vittima e all’impegno di alcuni parlamentari Pd e di Pino Masciari, primo testimone di giustizia a puntare il dito contro il racket degli appalti gestito dalla ‘ndrangheta, il problema (perchè tale era) non sussiste più.

Quella che vede Mauro Esposito quale protagonista è una brutta vicenda: il professionista è stato testimone al processo San Michele che si è concluso in primo grado con la condanna di alcuni noti esponenti della ‘ndrangheta in Val di Susa, e con la sospensione degli adempimenti fiscali della società professionale relativi al periodo compreso tra il 2011 e il 2019. Ma non è tutto: la società immobiliare per la quale Mauro Esposito aveva progettato e diretto i cantieri per la costruzione di 80 appartamenti residenziali, gli fece causa appellandosi a quella norma che esisteva sì,, ma che non era mai stata applicata (se non nel suo caso).

In primo grado il tribunale civile di Torino condannò l’imprenditore richiamandosi a quella legge finalmente abolita. E’ la fine di un incubo per Mauro Esposito che, per aver essere stato onesto e aver osato testimoniare contro la criminalità organizzata, ha subito minacce di morte, ha rischiato il fallimento della società, il pignoramento degli immobili, dell’auto e ha dovuto fare i conti anche con la depressione.

“Con l’approvazione del Ddl concorrenza viene certificato l’abbaglio giudiziario che la mia società ha subito e che vide vincere una compagine criminale collegata a una banca torinese – dichiara il titolare della M.E. Studio srl di Caselle -. Ci sono voluti sette anni durante i quali i rappresentanti delle professioni hanno cercato di cavalcare questa sentenza maturata in un contesto mafioso per biechi interessi di lobbies. Anche dopo gli arresti e le condanne del processo San Michele, la società collegata alla banca che aveva fatto affari con la ‘ndrangheta ha cercato di trarre vantaggio dalla sciagurata sentenza nonostante fosse rivelata la verità. Oggi spero che via una resa condizioni anche da parte loro. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo successo”. Mauro Esposito può tirare non solo un meritato sospiro di sollievo, ma ripensare finalmente al suo futuro personale, famigliare e professionale con occhi diversi e il cuore più leggero.

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