L’imprenditore Fabrizio Rosboch, profondo conoscitore del territorio canavesano e della struttura economica che ne costituisce l’ossatura portante, fa il punto sull’inarrestabile aumento mondiale della classe media e della conseguente accresciuta domanda di energia. Un tema di scottante attualità che ha innescato un acceso confronto tra i maggiori esperti di economia globale.
“L’epoca in cui stiamo vivendo vede l’Italia in recessione ed in grossa difficoltà economica rispetto allo scenario mondiale. Nonostante gli sforzi verso la deregulation normativa, la spinta al libero mercato, la timida riforma del diritto del lavoro e del fisco, non riusciamo ancora a rendere il territorio italiano un luogo competitivo – spiega -. Contemporaneamente nei paesi emergenti si stanno affermando modelli di crescita nuovi, alle prese con le problematiche tipiche della crescita economica, a tratti simile a quella vissuta da noi negli anni 60. Non c’è da stupirsi, quindi, se in queste aree in sviluppo il fabbisogno di energia cresca a ritmi frenetici. Nei prossimi 10 anni un miliardo di persone comprerà per la prima volta un prodotto considerato, dalla propria famiglia, di una classe economica superiore”.
Un esempio illuminante che la dice lunga sull’argomentazione trattata: “La classe media italiana si sta riducendo mentre quella mondiale sta aumentando. Fino a pochi anni fa pensavamo di avere solo più 70 anni di riserve fossili, mentre con l’ausilio della tecnologia e delle nuove tecniche di estrazione del petrolio e del gas le riserve paiono ora poter durare ancora per 200 anni. La diffusione della domanda generale di beni e servizi derivante dal dilagare della classe media nel mondo svilupperà la domanda di trasporti, auto, computer, formazione, cure mediche, varietà alimentari e viaggi.
Sta arrivando una vera epoca dell’oro per chi possiede giacimenti fossili. Per i paesi privi di materie prime, tuttavia, l’evoluzione tecnica e la ricerca stanno proponendo nuove soluzioni per produrre energia da fonti rinnovabili sempre più efficienti. Anche i beni ed i prodotti sono manufatti con tecnologie a basso consumo energetico”. A giudizio di Fabrizio Rosboch si stanno affacciando contemporaneamente due spinte generazionali, quella demografica derivante dall’accesso di massa ai prodotti di largo consumo e quella di minor impatto ambientale nella produzione degli stessi. “Non vi è dubbio – conclude – che la ricerca scientifica sarà un elemento chiave nella competizione e che trascurarla potrebbe costarci molto caro”.
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