23/03/2017

Sanità

Canavese, preoccupazione per l’epidemia di morbillo. Undici i casi denunciati in Comdata a Ivrea

Ivrea

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La preoccupazione per la vera e propria epidemia di morbillo che riguarda la provincia di Torino e il Canavese, continua a crescere. I dati fotografano una situazione che sta andando in crescendo: le segnalazioni inviate dai medici di famiglia all’Asl To4 sono oltre 80 nel periodo che va da dicembre dello scorso anno ad oggi. In pratica di una ventina di casi al mese. E nella giornata di ieri, mercoledì 22 marzo, soltanto alla Comdata di Ivrea, società che ha sede nell’ex Palazzo Uffici Olivetti in via Jervis, si sono registrati undici casi.

I numeri sono importanti ma non devono creare un eccessivo allarmismo perché non si tratta di una vera e propria emergenza sanitaria. La Comdata ha informato, come prevede il protocollo, l’azienda sanitaria canavesana. In questo contesto dalla dirigenza dell’Asl è giunto l’invito a monitorare la situazione e a comunicare tempestivamente l’insorgenza di nuovi casi. Ma quali sono le cause che hanno innescato l’epidemia di morbillo in Canavese, nella provincia di Torino, in tutto il Piemonte e, più in generale, in Italia?

L’inadeguato numero di vaccinazioni dovuti al fatto che da anni i genitori non fanno vaccinare i propri figli. Anche in questo caso i dati parlano chiaro: in tutta la regione sono stati denunciato 270 casi di morbillo, gran parte dei quali insorti soltanto nel primo trimestre del 2017. La malattia è causata da un virus che provoca febbre ed eruzioni cutanee del tutto simili alla rosolia e ala scarlattina che sono malattie esantematiche comuni nella popolazione infantile molto meno in quella adulta.

Le complicazioni causate dall’infezione che secondo gli esperti va evitata, sono relativamente rari: ciò non toglie che il morbillo provoca, ogni anno, tra le 30 e le 100 morti ogni 100 mila persone. Dal canto suo l’Asl To4 sta invitando i suoi dipendenti a vaccinarsi gratuitamente così com’è gratuita la vaccinazione ai bambini nei primi 15 mesi di vita mentre il richiamo viene effettuato a sei anni di età.

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