
“Zona rossa”! di Chivasso, primi arresti alla stazione: il sindaco Castello difende il provvedimento, l’opposizione lo boccia
Comincia a produrre effetti la “zona rossa” attorno alla stazione ferroviaria di Chivasso, istituita dal prefetto Donato Cafagna per contrastare degrado e microcriminalità. Nelle scorse ore due uomini, entrambi già noti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati dalla Polfer di Torino per resistenza a pubblico ufficiale. Secondo gli agenti, i due si sarebbero opposti con violenza a un controllo nel perimetro del Movicentro. Il Tribunale di Ivrea ha convalidato gli arresti, disponendo la scarcerazione con obbligo di firma.
Si tratta dei primi provvedimenti nell’ambito del dispositivo in vigore fino al 20 dicembre, che vieta la permanenza e lo stazionamento a chi sia già denunciato per reati gravi in un’area che comprende piazza Garibaldi, via Roma, piazzale Ceresa, via Caluso e il Movicentro. Il divieto è accompagnato da sanzioni progressive: 100 euro di multa e allontanamento per 48 ore alla prima violazione, 200 alla seconda e denuncia penale alla terza.
La misura, pensata per restituire sicurezza e decoro, ha però acceso lo scontro politico. Il consigliere comunale Bruno Prestìa (Per Chivasso) l’ha definita “una misura simbolica”, denunciando l’assenza di controlli serali dopo il primo giorno di attuazione. In Consiglio aveva chiesto pattugliamenti fissi, nuove telecamere e una commissione dedicata alla sicurezza. “Dopo la dimostrazione di forza — ha detto — non c’era più nessuno. Non possiamo fare scena con i lampeggianti e poi lasciare i cittadini soli.”
Durissima la replica del sindaco Claudio Castello: «Cosa dobbiamo ancora fare, chiedere l’aiuto delle teste di cuoio della NATO?». Il primo cittadino ha ricordato che il Prefetto ha già definito ruoli e turni per tutte le forze dell’ordine: “Più del Prefetto non si può fare: è l’ordine massimo”.
Ma le polemiche non si placano. Per l’opposizione, senza una presenza costante degli agenti la zona rossa rischia di restare un guscio vuoto. Per il Comune, invece, è un primo passo per riportare legalità e fiducia in un’area da anni segnata da degrado e paura.