
Volpiano, si commemorano i quattro carabinieri che persero nel ’98 la vita nello schianto dell’elicottero

Diciotto anni fa, il 14 dicembre 1998, quattro carabinieri persero tragicamente la vita a Volpiano: l’elicottero sul quale si trovavano a bordo si schiantò inspiegabilmente al suolo. In quel drammatico incidente persero la vita il generale di divisione Franco Romano, il colonnello Paolo Cattalini e i marescialli Gennaro Amiranda e Giovanni Monda. Come ogni anno, alle 12,00 di domani, 14 dicembre il generale Riccardo Amato comandante interregionale della divisione “Pastrengo”, Mariano Mossa generale di Brigata e comandante della Regione Carabinieri del Piemonte e della Valle d’Aosta e il colonnello Emanuele De Santis, renderanno omaggio ai caduti con la deposizione di una corona di alloro ai piedi del monumento eretto nei pressi della struttura che ospita l’Elinucleo dei carabinieri e il Nucleo cinofilo di Volpiano.
Il ricordo di quella tragedia vive ancora non soltanto nei ricordi dei famigliari dei militari che persero la vita in quel terribile schianto ma anche in quella di un’intera generazione di canavesani. L’elicottero Agusta Bell 109 precipitò al suolo, in quella glaciale mattina del 14 dicembre del 1998 con un boato sordo: quella dell’esplosione provocata dall’impatto con il suolo. L’elicottero era appena decollato dalla pista del Nucleo Elicotteri di Volpiano: ai comandi si trovava il maggiore Paolo Cattalini, 38 anni. A bordo si trovavano anche il generale Franco Romano 58 anni, comandante delle Regione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta. Il fragore dello schianto giunse distinto dai microfoni della centrale radio. L’operatore chiamò più volte “Fiamma 86” , il nome in codice dell’elicottero ma senza ottenere risposta.
Le ricerche scattarono immediatamente e poco lontano, ai margini di un boschetto, i carabinieri ritrovarono prima il rotore di coda, una ruota del carrello e poi, un po’ più avanti, ciò che era rimasto della cabina. Accanto ai resti del veicolo, giacevano esanimi i corpi carbonizzati del maggiore Cattalini, del suo secondo pilota il maresciallo capo Gennaro Amiranda, 36 anni, del maresciallo Giovanni Monda 33 anni, specialista di bordo e del generale Franco Romano. Quella mattina il generale Romano avrebbe dovuto recarsi ad Aosta per effettuare una serie di visite ispettive nelle caserme del territorio. A causare la tragedia fu, molto probabilmente la fitta nebbia che, quella drammatica mattina, gravava su tutta la zona. E domani, martedì 14 dicembre 2016, sarà il giorno dedicato alla memoria.