
Variante Lombardore -Salassa, il consigliere regionale Fava: “Non c’è disaccordo tra le parti”

Nella mattinata di oggi, mercoledì 19 maggio, in commissione Trasporti e Lavori pubblici del Consiglio regionale, si è tenuta l’audizione relativa al progetto della variante alla strada provinciale 460 Lombardore-Salassa. Sono intervenuti Fabrizio Rosboch e Stefano Serena, per il Comitato promotore dell’opera, oltre a Silvia Marchetto e Gianluigi Serra, in rappresentanza degli imprenditori agricoli.
“Il lato positivo che è emerso dall’incontro è che non c’è contrapposizione tra le parti, come si sarebbe potuto intuire da alcuni articoli apparsi sui media – commenta il presidente della commissione Mauro Fava -. Tutti sono convenuti sull’importanza che la nuova infrastruttura potrebbe avere, sia per facilitare i collegamenti verso il distretto metallurgico canavesano, che da solo produce il 10% dell’acciaio in Europa, sia per snellire il traffico che attualmente gravita sulla Sp460, migliorandone la sicurezza”.
Stando a quanto afferma il consigliere regionale canavesano Mauro Fava, anche gli imprenditori agricoli hanno riconosciuto il valore del progetto, che però deve essere aggiornato e modificato rispetto alla versione redatta quasi trent’anni fa. L’esponente politico non ha dubbi: è necessario ascoltare e tenere presente le esigenze del mondo dell’agricoltura e dell’allevamento e trovare una sintesi con il disegno di un nuovo tracciato sul quale si possa trovare la massima convergenza.
“La Regione ora ha fatto la sua parte stanziando le risorse per redigere il nuovo progetto, ma la palla passa adesso alla Città Metropolitana conclude -. E mi sono già attivato per organizzare nel più breve tempo possibile una nuova audizione, questa volta presso la commissione Viabilità e Lavori pubblici di questo ente. La parola d’ordine deve essere comunque: fare presto. Non possiamo perdere il treno dei finanziamenti che ora sono disponibili. Il Canavese occidentale ha bisogno di questa nuova strada, dalla quale passa anche il rilancio del distretto industriale, e quindi il mantenimento, e perché no, il potenziamento, dei posti di lavoro”.