16/01/2021
Cronaca
Variante di Lombardore, il sindaco di Busano Chiono: “Non tutti i miei colleghi sono favorevoli all’opera”
L’inadeguatezza e la vetustà della ex strada statale 460 del “Gran Paradiso” e la mancanza di un’arteria viaria alternativa sono i veri problemi che affliggono il Canavese, una porzione di Piemonte ad alta capacità produttiva, ma che la politica locale e regionale ha da anni completamente dimenticato. Il problema è decennale. E non investe soltanto le aziende dello stampaggio a caldo e della meccanica di precisione, ma riguarda anche la sicurezza dei cittadini e degli automobilisti, costretti a fare i conti con un traffico, in particolar modo nelle ore di punta, caotico e pericoloso.
Il continuo passaggio di mezzi pesanti che trasportano le materie prime destinate alle aziende non migliora di certo la situazione. Negli anni scorsi, tanto per fare un esempio, a Rivarolo Canavese alcuni cittadini sono state vittime di gravi incidenti stradali nei quali erano coinvolti pedoni e mezzi pesanti. Il tema della variante alla 460 che dovrebbe unire Lombardore a Front, la bretella che dovrebbe circumnavigare la Busano-Salassa e la realizzazione del nuovo Ponte Preti sulla Pedemontana sono tornati alla ribalta della cronaca grazie alle accese proteste degli industriali che reclamano la realizzazione di una viabilità alternativa che “alleggerisca” i costi di trasporto.
Sulla carta sono tutti favorevoli, ma la realtà e sempre ben diversa da come la si dipinge. E a quanto pare, la maggior parte dei sondaci del Canavese su questo tema sono tiepidi e addirittura remano contro, sottobanco, per impedire la realizzazione della variante. Si tratta di una visione della politica industriale più che miope? Oppure qualcuno teme che alleggerire il flusso del traffico sulla ex statale 460 possa arrecare danno alla locale economia commerciale?
Giambattistino Chiono, da tempo immemorabile sindaco di Busano non solo è stato l’ideatore del Polo dello stampaggio a caldo ma è stato anche uno dei primi promotori della realizzazione della variante che collegasse il Basso Canavese, Alto Canavese e Ciriacese all’Eporediese. Dopo quasi trent’anni di battaglie, Giambattistino Chiono dubita che l’opera possa andare in porto. A maggior ragione perché è rimasto colpito dall’indifferenza mostrata su questo progetto da molti suoi colleghi sindaci. Dato per assodato il fatto che la mancanza di fondi rende necessario il ricorso a quelli del Recovery Plan (assicurato dall’assessore regionale Maurizio Marrone) sono i “giochi” politici, sostiene Giambattistino Chiono, a frenare la realizzazione di un’opera che non servirà soltanto agli industriali ma a tutta la popolazione che vive nei centri urbani della dorsale collegata alle valli.
“Se non si fa squadra con la convinzione che il progetto potrà servire alla collettività, garantendo una maggiore sicurezza agli automobilisti, di questa variante si poterà parlare per altri 30 anni senza che sia posato un solo paletto – conclude -. E sarebbe un vero peccato perché la viabilità alternativa sarebbe utile per il rilancio del turismo nelle Valli canavesani con le ricadute economiche che ne potrebbero conseguire”.
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