
Trasporti, Avetta (Pd): “Sulla Ivrea-Torino sono già tornati i disagi. La Regione sospenda gli aumenti tariffari”
Con la ripresa delle attività lavorative sono tornati i disagi per i pendolari della linea ferroviaria Ivrea-Torino. A denunciarlo è il consigliere regionale del Partito Democratico, Alberto Avetta, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta Cirio chiedendo interventi concreti a tutela degli utenti, in vista della riapertura delle scuole fissata per mercoledì 10 settembre.
«Le segnalazioni dei viaggiatori parlano già di sovraffollamento e di vagoni strapieni – evidenzia Avetta –. Con il ritorno in classe di migliaia di studenti la situazione rischia di diventare insostenibile, con viaggiatori costretti a rimanere a terra». Il consigliere chiede alla Regione di farsi portavoce presso Trenitalia per il raddoppio dei convogli “bimodali”, almeno nelle fasce orarie di punta.
A preoccupare i pendolari non è solo l’affidabilità del servizio, ma anche l’ennesimo rincaro delle tariffe. Dal 1° settembre il prezzo del biglietto singolo Ivrea-Torino è salito da 6,90 a 7 euro. Nel 2021 la stessa tratta costava 5,90 euro: un aumento complessivo del 20% in quattro anni. «Sappiamo che gli adeguamenti Istat sono previsti dal contratto di servizio, ma la loro applicazione resta una scelta politica – spiega Avetta –. Per questo chiediamo alla Giunta di sospendere gli aumenti tariffari: sarebbe un piccolo ma significativo segnale di attenzione verso lavoratori, studenti e famiglie».
Il consigliere Pd lega il tema delle tariffe a quello dello sviluppo del territorio. «Un servizio ferroviario efficiente e affidabile è indispensabile per garantire la tenuta del tessuto produttivo e dei servizi del Canavese, e per rappresentare una reale alternativa all’uso dei mezzi privati. Senza un miglioramento tangibile delle linee Ivrea-Torino e Rivarolo-Chieri, l’attrattività di Ivrea e dei territori circostanti, anche in chiave turistica e culturale, continuerà a essere penalizzata».
Conclude Avetta: «I pendolari chiedono certezze, non solo aumenti. La Regione deve assumersi la responsabilità di dare un segnale concreto».