
Trasporti, Avetta (Pd): “Sulla Ivrea-Torino disservizi continui. Così si penalizza tutto il Canavese”

I disagi sulla linea ferroviaria Ivrea-Torino non si arrestano e diventano un caso politico. A denunciarlo è il consigliere regionale del Partito Democratico, Alberto Avetta, che interviene con toni duri contro la Giunta Cirio, accusandola di minimizzare un problema strutturale che si trascina da anni.
«I pendolari segnalano disservizi da tempo, ma dalla Regione solo rassicurazioni mai seguite da interventi concreti – ha dichiarato Avetta –. I treni bimodali sono inadeguati, spesso sovraffollati, e non di rado i passeggeri vengono lasciati a terra a Chivasso. È una situazione insostenibile».
Il tema è stato sollevato nel corso di un’interrogazione urgente discussa nei giorni scorsi a Palazzo Lascaris, durante la quale – secondo Avetta – l’assessore regionale ai Trasporti avrebbe “minimizzato” i problemi, parlando di “alcuni episodi” e citando dati di puntualità che, sottolinea il consigliere, «non tengono conto delle criticità nelle fasce orarie di punta».
Secondo Avetta, il malfunzionamento della linea Ivrea-Torino non è solo un disagio per i viaggiatori abituali, ma costituisce un ostacolo per l’intero sviluppo del territorio. «La Giunta Cirio parla di rilancio del Canavese, ma un trasporto pubblico inefficiente rende il territorio meno attrattivo per imprese e lavoratori. Diverse aziende faticano a reperire personale qualificato disposto a spostarsi quotidianamente senza un collegamento metropolitano affidabile».
Nella stessa seduta, è emerso che Trenitalia avrebbe proposto di utilizzare, su alcuni servizi, convogli formati da locomotive e carrozze della flotta piemontese. Una soluzione definita “di buon senso” da Avetta, ma attualmente non attuabile per “motivi tecnici”.
«È ora che il Presidente Cirio, dopo sei anni di governo, scelga chiaramente da che parte stare: con Trenitalia o con i cittadini, gli studenti, i pendolari e le imprese del nostro territorio – conclude il consigliere dem –. Le promesse non bastano più, servono risposte e interventi strutturali».