
Tragedia ferrovia ad Arè: il macchinista deceduto sul colpo sarebbe andato in pensione tra alcuni mesi

Dopo una vita dedicata al lavoro, Roberto Madau, residente nel quartiere Bellavista di Ivrea, era in procinto di andarsene in pensione all’età di 61 anni. La sorte non è stata per nulla benigna con Roberto Maudau e ha trasformato l’ennesimo viaggio del macchinista in una corsa verso la morte. Roberto Madau, nato a Ivrea da genitori sardi, è una delle due vittime della catastrofe ferroviaria causata dallo scontro dal treno regionale Torino-Ivrea dell ore 22,24 con un trasporto eccezionale rimasto fermo in mezzo al passaggio a livello di Arè di Caluso.
Toccherà alla procura fare luce sulla dinamica di una tragedia che ha mietuto due vite ( l’autista della macchina posteriore di scorta al Tir Stefan Aureliana, abitante nella provincia di Varese, è morto dopo il trasferimento al Cto di Trino ) e ha costretto i medici a ricorrere al coma farmacologico per Morena Gauna, 35 anni, la capotreno residente a Montanaro. I soccorsi sono stati rapidi. E hanno fatto miracoli. Quasi tutti i 23 feriti sono stati medicati e dimessi dagli ospedali di Ivrea, Chivasso, Ciriè e Cuorgnè. Roberto Madau, invece è stato catapultato nel prato nel quale sono finite tre delle carrozze del conviglio ferroviario ed è rimasto a faccia in giù tra l’erba, ucciso sul colpo da uno schianto indescrivibile.
Per alcuni anni il macchinista ferroviario aveva prestato servizio nel Lazio ed era rientrato soltanto da pochi mesi in Canavese, in attesa di godere la meritata pensione. Il legame di Roberto Madau con la sua terra è sempre stato saldo e appena poteva l’uomo faceva ritorno al paese da dove proveniva la sua famiglia e progettava, non appena sarebbe andato in quiescenza, di trasferirsi definitivamente nell’isola.
Roberto Madau era n uomo semplice e generoso. In Sardegna lo piangono i parenti e in Trenitalia tutti i colleghi che hanno lavorato con lui e ne hanno potuto apprezzare le sue qualità professionali e umane.