
Torino–Ceres, riapertura a metà: dal 2026 cambio obbligato a Germagnano. Ancora disagi per i pendolari
La riapertura della linea ferroviaria Torino–Ceres, prevista per la primavera 2026 dopo oltre due anni e mezzo di stop, non porterà con sé la tanto attesa continuità dei collegamenti con le Valli di Lanzo. I viaggiatori, infatti, dovranno cambiare treno a Germagnano per proseguire verso Ceres, con inevitabili disagi per pendolari, studenti e famiglie.
Il nodo dei convogli
Il problema non riguarda i cantieri, ma i treni. I convogli “Rock”, oggi utilizzati sulla tratta Sfm4 Germagnano–Alba, sono ritenuti inadatti al percorso montano, caratterizzato da curve strette e forti pendenze. Per questo motivo, nel tratto alto della linea si ricorrerà a mezzi più leggeri, senza che siano ancora stati forniti dettagli certi su numero di corse, coincidenze e orari.
Fondi e promesse mancate
Nonostante i circa 60 milioni di euro di fondi Pnrr investiti e il passaggio della gestione da Gtt a Trenitalia, la linea resta quindi incompleta. Il servizio ferroviario è già al centro delle critiche di pendolari e associazioni: ai ritardi e alle cancellazioni si sommano le interruzioni dovute a lavori o eventi come le Nitto Atp Finals, con un quadro che non rassicura gli utenti.
Le dichiarazioni istituzionali
Regione Piemonte e Trenitalia hanno confermato in sede ufficiale che i “Rock” resteranno imprescindibili nella parte pianeggiante della tratta, ma hanno dovuto ammettere che nel tratto Germagnano–Ceres saranno necessari treni diversi. Una soluzione tecnica che non risponde però alle esigenze di continuità e rapidità dei collegamenti, rischiando di penalizzare ulteriormente l’attrattiva del servizio.
Una riapertura incompleta
Mentre la primavera 2026 si avvicina, la Torino–Ceres rimane un’opera a metà, ben lontana dalle promesse iniziali e dalle necessità reali di chi quotidianamente si sposta tra il capoluogo e le Valli di Lanzo.